lunedì 21 novembre 2011

Arquà Petrarca perla dei colli Euganei.


"Fuggo la città come ergastolo e scelgo di abitare in un solitario piccolo villaggio, in una graziosa casetta, circondata da un uliveto e da una vigna, dove trascorro i giorni pienamente tranquillo, lontano dai tumulti, dai rumori, dalle faccende, leggendo continuamente e scrivendo"

Questo declamava Francesco Petrarca quando si rifugiò ad Arquà ove passò gli ultimi anni della sua vita fino alla morte.

Ed ancora:
Vasti boschi di castagni, noci, faggi, frassini, roveri coprivano i pendii di Arquà, ma erano soprattutto la vite, l’olivo e il mandorlo che contribuivano a creare il suggestivo e tipico paesaggio arquatense».

Si parla di Arquà non lontana da Monselice nel Veneto e per la precisione nella provincia di Padova

Un borgo medioevale, da un fascino immutato nel tempo, considerato la perla dei Colli Euganei.
Il paese abitato fin dai tempi romani, acquistò importanza dopo che Francesco Petrarca, sommo poeta della lingua italiana, desiderò trascorrere gli ultimi anni della sua vita nella caratteristica serena quiete del luogo. Il paese ne conserva la casa e la tomba con le spoglie.
Si può dire che viva nella memoria del poeta e cià favorì nei secoli successivi il sorgere di case e ville di molte famiglie venete, che costituiscono oggi un vero patrimonio artistico ed architettonico
Arquà petrarca conserva alcuni importanti edifici dei secoli XIV e XV,
Oltre alla tomba del poeta in marmo rosso, collocato sulla piazza del paese, va ricordata la chiesa arcipretale di S. Maria, di poco posteriore all'anno Mille, ampliata e impreziosita da un complesso pittorico dal gusto bizantino fino all'inlusso di Giotto: di particolare interesse è la tela di Palma il Giovane, "L'Ascensione".

Non meno interessanti sono la casa del Petrarca e l’oratorio della Trinità del secolo XII ed ampliato nel secolo XIV.

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