domenica 27 maggio 2012

Il giardino degli aranci a Roma

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In questo blog ci siamo soffermati sullo splendore del roseto di Roma ai piedi del Gianicolo e su Santa Sabina, chiesa di strepitosa bellezza che presenta sulla porta d'ingresso la più antica crocifissione.
Volgiamo il nostro sguardo all'attiguo giardino degli aranci, un parco da cui si gode una meravigliosa vista di Roma 
Il giardino , il cui nome deriva dalla presenza di numerose piante di aranci amari, si estende nell'area dell'antico fortilizio eretto dalla famiglia dei Savelli tra il 1285 e il 1287 nei pressi della chiesa di Santa Sabina sull'Aventino, su un preesistente castello fatto costruire dai Crescenzi nel X secolo.
Il giardino realizzato nel 1932  con l'intento di realizzare un parco pubblico  con un meraviglioso belvedere presenta un'impostazione esattamente simmetrica  con un viale mediano in asse con il belvedere, ora intitolato a Nino Manfredi. il viale si apre in due slarghi  in quello di destra era in origine collocata la fontana realizzata  da Giacomo della Porta per piazza Montanara e dal 1973 trasferita  a piazza  S.Simeone ai Coronari.
Il parco dispone di 3 ingressi.







sabato 26 maggio 2012

L'ordine benedettino.




In Italia pullulano le abbazie benedettine tutte pregevoli dal punto di vista storico, culturale ed artistico.
Moltissime sono state descritte in questo blog perché pregevoli dal punto di vista architettonico ed artistico.
Non possiamo dimenticare infatti che il monachesimo fondato da San Benedetto  sia la vera culla della cultura medioevale elemento fondante della storia italiana, come quella francese-
L’albero genealogico del monachesimo occidentale, incentrato sul motto ora et labora, a differenza di quello orientale tutto dedito alla contemplazione ed alla preghiera, si diparte dalla regola benedettina cui si ispirarono i monaci neri, cioè con il saio nero.
Nel corso dei secoli si svilupparono interpretazioni diverse sulla regola benedettina in alcuni casi più rigida, in altri meno severa. Nacquero così gli ordini cluniacense, cistercense, vallombrosiano, camaldolese, olivetano. E si aggiungono a questi i foglianti, i celestini, i trappisti.
Ognuno ha la sua peculiarità come ad esempio i cistercensi che predilessero instaurarsi in zone malsane ed insalubre.
La regola benedettina e degli altri ordini  si incardina su principi classici di umiltà e castità a cui si aggiunge quello di stabilità cioè l’attitudine del monaco a restare per tutta la vita nel medesimo convento.

mercoledì 23 maggio 2012

L'iconostasi cardine fondamentale delle Chiese d'Oriente.

Non si possono apprezzare le bellezze delle chiese ortodosse se non ci si addentra nello studio del suo impianto architettonico e funzionale.
L'iconostasi (dal greco eikonostasion, eidonostasis, posto delle immagini, da eikon, immagine, e histemi posto) è una parete divisoria decorata con delle icone che separa la navata delle chiese ortodosse dal presbiterio (santuario) dove viene celebrata l'Eucaristia.
Le chiese di tradizione bizantina sono quasi tutte orientate con l’altare verso est, mentre la porta principale si trova ad ovest.
Mirabile esempio di chiesa che rispetta i canoni è quella del monastero di San Sergio in Russia.
Le chiese orientali si dividono in particolare  in tre parti: il vestibolo o nartece, la navata ed il santuario equivalente al presbiterio della tradizione   latina.
La navata è separata dal santuario da un tramezzo in legno o muratura chiamato iconostasi
Quella di centro, più larga e più ornata, è detta la porta bella  o la porta imperiale, che i semplici fedeli ed i chierici, non ancora ín sacris, non possono varcare. La porta bella è chiusa da due battenti di varia altezza e da una tenda . Solitamente rimane chiusa eccetto che in alcuni momenti particolari delle celebrazioni. Si trova in corrispondenza dell'altare . Le due porte laterali sono chiamate: quella di destra porta sud  o del Diakonikon e quella sinistra porta nord (voria) o della Prothesis. Da queste porte possono accedere nel santuario i chierici non ancora ordinati.
Contemporaneamente, in Occidente, vi era l’usanza di nascondere il presbiterio con un'iconostasi priva d’icone  con delle tende ( che scomparvero definitivamente solo in epoca barocca (XVII sec.).
Secondo il principio teologico che sta dietro a queste scelte  ancora inalterato in tutto l’oriente cristiano, le cose sante non possono essere svelate perché esiste una gradualità con la quale l’uomo viene educato e si avvicina alla fede. Lo stesso credente, oramai avanzato negli anni, conosce che non può sapere tutto e subito e che esiste sempre un limite oltre al quale il suo sguardo raziocinante flette le ali e cade al suolo.
Tale conoscenza  si è mantenuta inalterata in tutto l’Oriente cristiano.

domenica 20 maggio 2012

Il tempio dell'Ascensione sul Monte degli Ulivi.





Poi li condusse fuori presso Betania e alzate in alto le mani li benedisse. Mentre li benediceva si staccò da loro e fu portato nel cielo.
Queste frasi sono tratte dal vangelo di Luca e si riferiscono all'Ascensione di Gesù in cielo.
Come è noto è un episodio importantissimo per il Cristianesimo  che trova un  preciso riferimento  non solo dal punto di vista religioso nel luogo del  Monte degli Ulivi in Terra Santa.
Infatti su quel monte si eleva visibile da miglia di distanza in ogni direzione la torre dell'Ascensione . E'  er di abeti ed ulivi, appena fuori dalla strada principale.
Per molti anni solo pochi cristiani russo ortodossi  visitavano questo tempio costruito oltre un secolo fa dai russi ortodossi.
Veniamo alla storia. Al tempo di San Girolamo vi era un tempio a forma di rotonda a cielo aperto detto imbomon cioè posto sulla coma. Al centro era la roccia sacra sulla quale, secondo la tradizione, posava i piedi Gesù quando si elevò in alto verso il cielo.
L'attuale cappella costruita dai Crociati e modificata dai Musulmani che nel 1187 ne fecero una moschea murandone le arcate ed aggiungendovi una cupola a forma ottagonale.
Dal terrazzo del minareto si gode uno stupendo panorama siul desero di Giuda,la valle del Giordano, la catena delle montagne di Moab e parte del Mar Morto.










sabato 19 maggio 2012

Il tempietto di S. Giovanni in Oleo a Roma.

Subì un martirio a Roma San Giovanni figlio di Zebedeo e cugino di Cristo?
Non è chiaro perché molti antichi scrittori cristiani parlano soltanto dell'esilio dell'evangelista nell'isola di  Patmos. 
Eppure il martirologio romano parla esplicitamente del supplizio inflitto al Santo Evangelista che, per ordine di Domiziano, nell'anno 94 fu immerso in una caldaia di olio bollente dal quale uscì illeso
Il luogo del martirio è indicato in prossimità dell'attuale Porta latina, che all'epoca dei fatti non esisteva ancora, da un tempietto a forma ottagonale edificato dai fedeli a memoria dell'evento.
Stiamo parlando  del tempietto di San Giovanni in Oleo che nel 1509 fu riedificato  da Benedetto Adam Borgognone, sotto il pontificato di Giulio II, su progetto atttribuito a Donato Bramante ed ad Antonio Sangallo il giovane.
Una successiva e notevole variante all'edificio originario si ebbe nel 1658 sotto il pontificato di Alessandro VII per opera del Borromini, Nel 1719 furono eseguiti ritocchi all'interno, mentre rimase immutato l'aspetto esterno.

venerdì 18 maggio 2012

San'Apollinare a Roma e l'architettura di Ferdinando Fuga.


In questi giorni una folla di curiosi si accalca nei pressi della basilica minore di Sant'Apollinare a Roma per curiosare sulla tomba di Enrico De Pedis.
Questa chiesa non ha certamente bisogno dei fatti di cronaca per essere ricordata. E' una chiesa antica fondata da Papa Adriano intorno al 780 su resti di preesistenza romana con un edificio originario preceduto da un piccolo portico ed al suo interno suddiviso in tre navate con abside. Fu poi ricostruito nelle forme attuali dall'architetto  Ferdinando Fuga, celebre in tutta italia e specialmente a Napoli per la mirabile costruzione dell'albergo dei poveri e di palazzo Cellammare.
La facciata della chiesa che si affaccia sulla  piazza omonima, è suddivisa in due registri (inferiore e superiore) da un cornicione marmoreo. Nella fascia inferiore si trovano il portale e due finestre laterali, mentre in quello superiore sovrasta un grande finestrone., sulla sommità di un timpano.
Assai interessante è l'atrio, anticamente un portico  trasformato successivamente in cappella.
Qui è venerata dai Romani un'immagine del V secolo raffigurante una Madonna tra gli apostoli Pietro e Paolo.
La chiesa vera e propria è costituita da una navata unica con cappelle laterali e con la volta della navata decorata con un affresco di Stefano Pozzi , raffigurante la gloria di Sant'Apollinare.
Sono degni di nota. oltre all'altare maggiore opera di Bernardino Ludovisi, anche due candelabri d'argento di Luigi Valadier famoso argentiere romano padre dell'architetto Giuseppe.









mercoledì 16 maggio 2012

La regola benedettina e il cibo.



E’ sempre istruttivo acculturarsi sulle regole monastiche di cui la più famosa è senza dubbio quella benedettina.

L’espressione celebre ora et labora è l’asse portante di un complesso di regole che investono tutti gli aspetti della vita monastica e tra questi anche quelle connesse con il cibo.
Ne parliamo perchè molte volte abbiamo visitato luoghi benedettini  di immensa bellezza.
In particolare i Capitoli XXXIX e XL e XLI della regola prescrivono la quantità e qualità del cibo: due pasti al giorno durante i quali si consumano due piatti di cibo cotto ciascuno. Una libbra (circa 450g) di pane ed una heminaa (un'antica unità di misura romana pari a circa un quarto di litro) di vino per ciascun monaco. La carne è proibita a tutti eccetto che ai malati e a chi era debilitato fisicamente. Tra le facoltà dell'Abate, inoltre, c'è anche la possibilità di aumentare le porzioni quotidiane, se lo reputa necessario.

Come si vede sono norme fondamentali per la salute del monaco che certamente doveva curare il proprio stile di vita per essere efficiente ed in grado di ottemperare ai precetti benedettini.

lunedì 14 maggio 2012

Caratteristiche dell'architettura gotica.



Su questo blog abbiamo parlato della Bibbia parlante  della cattedrale di Chartres, Al tempo stesso abbiamo anche visitato la stupenda cattedrale di Reims
Per questo motivo riteniamo utile addentrarci sui caratteri generali dell'architettura gotica rappresentative di un’architettura rivoluzionaria rispetto al romanico.
Hanno elementi di fascino ed in qualche modo di mistero per la ricchezza dei simboli in esse  contenute.
Vediamo sinteticamente  alcuni caratteri simbolici.
Il labirinto : è presente soprattutto sui pavimenti delle cattedrali un percorso  a meandri circolari che simboleggia  un itinerario spirituale, una sorta di cammino interiore che porta l’uomo dalla terra al cielo. Il centro quindi non è altro che la città di Dio, la Gerusalemme celeste.
La cupola: ha un duplice significato. Come Dio discende sull’altare nell’abside , così l’uomo ascende al cielo attraverso la porta solare.
I campanili: di solito sono due ed hanno un significato  recondito ben preciso in quanto rappresentano sul lato destro la Misericordia e sul lato sinistro la Giustizia.
La pittura sul vetro: le vetrate delle cattedrali sono tanto grandi da far quasi pensare ad un edificio di cristallo dove ogni elemento è luminosità e trasparenza. Ogni finestra era composta da più pezzi poi ricomposti insieme
Le sculture: sono a colori, alla stregua di quanto accade nei templi greci. La policromia finisce nel XVIII secolo cioè l’età della ragione, epoca in cui il disinteresse oer l’arte religiosa lasciò che la pioggia ed il tempo dilavassero completamente il colore delle cattedrali.








giovedì 10 maggio 2012

IL rito dello struscio a Napoli





Il periodo pasquale è un fermento di riti sacri e profani, celebrazioni liturgiche e sagre popolari.
Non vi è paese  dal più grande  a quello  più piccolo ed arroccato sulla montagna che non abbia una propria celebrazione nella settimana santa, basti pensare alle molteplici vie crucis vero fulcro della tradizione
 Ciò accade non solo in Italia, ma anche a Malta ed in Spagna , soltanto per citarne alcuni. Molto caratteristica è a Napoli il rito del Giovedì Santo  nella settimana santa
In quel giorno i fedeli si recano  a visitare i sepolcri nelle chiese, che, secondo un’antica tradizione, devono essere almeno tre e sempre in numero dispari.
Questo rito viene comunemente indicato come il “giro dei sepolcri”A Napoli comunque si preferisce parlare di struscio
Questo modo dire sembra essere riconducibile ad un bando del Settecento quando a Napoli durante la Settimana Santa fu imposto il divieto di circolare con cavalIi e carri, divieto successivamente confinato alla sola via Toledo
I fedeli, che in gran numero osservavano il rito dei sepolcri, si trovavano quindi obbligati a percorrere a piedi  la principale arteria cittadina. Peril gran numero di persone, il passeggio era lento e si procedeva quindi strusciando (strisciando) i piedi lentamente sul selciato ed anche le stoffe ancora rigide dei vestiti nuovi indossati per l’occasione, strusciavano tra di loro producendo un suono sommesso.

mercoledì 9 maggio 2012

Il chiostro:centro di eccellenza della vita monastica.


Nel parlare di chiese ed abbazie che più ci rimangono nella memoria per la loro straordinaria bellezza, più volte ci siamo soffermati nella visita di chiostri di altrettanta straordinaria bellezza.
Infatti quando si visita uno dei tanti conventi, appartenenti soprattutto agli ordini che si ispirano alla regola di San Benedetto si è attratti dal chiostro quasi sempre parte costitutiva di un comvento o di una abbazia.
Si tratta di un’architettura medievale, consistente in un’area centrale scoperta circondata da corridoi coperti, da cui si accede ai principali locali conventuali. I primi esempi di chiostri si trovano in edifici usati da monaci benedettini o loro derivazioni ed in particolare dai monaci cistercensi che sono una derivazione della famiglia benedettina.
Attorno al chiostro si dispongono tutti gli altri elementi costitutivi del convento come la chiesa e la sala capitolare
Il chiostro, come elemento architettonico, non espressamente menzionato dalla regola benedettina, è ben descritto invece dalla regola cistercense che a tale proposito afferma:
Possibilmente il monastero deve essere costruito in modo da potervi trovare quanto è necessario, cioè, l’acqua, un mulino, un orto e reparti per le varie attività, così che i monaci non debbano girovagare fuori: ciò infatti non reca alcun vantaggio alle loro anime”.
Il chiostro il cui termine deriva da claustrum, cioè serratura, termine latino usato per indicare la separazione dei monaci dal secolo, e, estensivamente, monastero è caratterizzato da uno spazio a cielo aperto, generalmente quadrato o rettangolare, circondato su più lati da corridoi coperti, che si aprono sullo spazio centrale con una serie di arcate.
Nonostante le analogie in pianta il tipo architettonico del chiostro si differenza nettamente da quello del quadriportico, molto diffuso nell'architettura cristiana e paleocristiana.
Riportiamo nell'illustrazione il chiostro dell'abbazia di San Fruttuoso di cui parleremo in un altro articolo.





sabato 5 maggio 2012

L'isola di Kiji e la sua superba architettura in legno.


Nel lungo viaggio da San Pietroburgo e Mosca tra corsi d'acqua e chiuse, si affaccia  a nord est del grande lago Onega l'isola di Kiji famosa per la sua eccezionale architettura in legno.
Il villaggio infatti è interamente costruito in legno  e le case costruite dai contadini  hanno al piano terra la zona invernale su un lato ed il fienile dall'altro, mentre al primo piano vi è la zona estiva  La vita familiare si svolge attorno alla tipica stufa russo attorno a cui si mangia, si balla e si dorme.
Ad eccezione di una cappella del XV secolo, la maggior parte delle costruzioni risale al XVIII secolo.
L'isola fu un luogo sacro per i pagani.  Nel XI secolo  i coloni russi  costruirono una cappella  e nel 1478 l'isola che dipendeva da Novgorod fu  annessa alla Moscovia e più tardi cadde nelle mani dei polacchi, poi dei lituani e degli svedesi per poi diventare russa.
Di superba bellezza è la cattedrale della Trasfigurazione con ben 22 cupole. E' un vero capolavoro dell'architettura in legno  ed è insieme alla chiesa dell'intercessione della Vergine del 1764 ed un campanile del XI secolo  una delle tre costruzioni principali dell'isola.









martedì 1 maggio 2012

La Valle d'Orcia, luogo caro a Santa Caterina da Siena.


"Luogo aspro e sevaggio che Ti incanta e Ti infonde pace nel cuore."
Con questa espessione Santa Caterina da Siena decantava la stupenda valle d'Orcia, l'ampia vallata situata in Toscana nella provincia di Siena ed in parte in quella di Grosseto.
E' attraversata dal fiume Orcia  e presenta panorami paesaggistici e centri di origine medievale tra i quali Pienza e Montalcino. 
Si rimane estasiati, quando ci si addentra  nel Parco artistico,naturale e  culturale  della Val d'Orcia, in un territorio unico  in Italia caratterizzato da formazioni conosciute come crete, e calanchi.
Vi si riconoscono i cinque comuni: Castiglione d'Orcia, Montalcino, Pienza , Radicofani e San Quirico d'Orcia. 
Autentiche gemme sono San Quirico e Radicofani di cui abbiamo già diffusamente parlato.
In questo contesto in cui si alternano borghi , abbazie e vigneti si distingue Bagno Vignoni , noto per le sue sorgenti termali  di acque solforose , note per le virtù terapeutiche  già in epoca romana., E' singolare dal punto di vista urbanistico  perché tutto il borgo è raccolto attorno alla grande vasca che costituisce l'antica struttura termale.In questi luoghi possiamo ritrovare il segno tangibile della Via Francigena: si tratta di  luoghi in cui si trovano centri che ospitavano e si prendevano cura dei pellegrini (hospitia e hospitales), di edifici  religiosi, ma anche di manufatti stradali come ponti , fonti, cippi ed edicole votive