E’ sempre istruttivo acculturarsi
sulle regole monastiche di cui la più famosa è senza dubbio quella benedettina.
L’espressione
celebre ora
et labora è l’asse portante di un complesso di regole che investono
tutti gli aspetti della vita monastica e tra questi anche quelle connesse con
il cibo.
Ne parliamo perchè molte volte abbiamo visitato luoghi benedettini di immensa bellezza.
In
particolare i Capitoli XXXIX e
XL e XLI della regola prescrivono la quantità e qualità del cibo: due
pasti al giorno durante i quali si consumano due piatti di cibo cotto ciascuno.
Una libbra (circa 450g) di pane ed una heminaa (un'antica unità di
misura romana pari a circa un quarto di litro) di vino per ciascun monaco. La
carne è proibita a tutti eccetto che ai malati e a chi era debilitato
fisicamente. Tra le facoltà dell'Abate, inoltre, c'è anche la possibilità di
aumentare le porzioni quotidiane, se lo reputa necessario.
Come si
vede sono norme fondamentali per la salute del monaco che certamente doveva
curare il proprio stile di vita per essere efficiente ed in grado di
ottemperare ai precetti benedettini.
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