sabato 31 dicembre 2011

L'isola di St Louis a Parigi



Una delle caratteristiche salienti di Parigi è l’ile de la citè ove è situata la celeberrima cattedrale di Notre Dame.
Molto di meno si parla dell’ile di St Louis che è la più piccola tra le isole naturali della città e che si trova  a pochi passi da Notre Dame, collegata all’isola gemella tramite il ponte di St Louis
In origine le due isole di Parigi erano unite tra loro. Nel XIV secolo il re Carlo V volle aprire un canale artificiale (rue Poulletier) per separare la zona edificata dell'isola da quella abbandonata, al fine di rinforzare le mura difensive del palazzo reale.
I due isolotti presero il nome di Ile Notre-Dame (attuale Ile de la Cité) e Ile aux Vaches (attuale Ile St.Louis).
Nel XVII secolo, per volere del re Luigi XIII, la zona abbandonata dell'isola Ile aux Vaches fu urbanizzata con eleganti edifici in stile settecentesco.
Nel 1726 l'isola prese il nome attuale di Ile St.Louis. Alcuni edifici storici dell'isola, come l'Hotel Lambert, sono attualmente delle residenze private. Una passeggiata lungo le sue tranquille strade permette di respirare e vivere la vecchia atmosfera di fine settecento.
E’ un luogo amenno che colpisce il visitatore per il suo fascino ed ove è situata La Chiesa di Saint-Louis-en-l'Île. La chiesa fu progettata dall'architetto di corte Louis Le Vau, che visse sull'isola.Fu iniziata nel 1664 e fu terminata e consacrata nel 1732.
 Nell'interno barocco si trova la  spada di San Luigi con la spada dei crociati

venerdì 30 dicembre 2011

La chiesa del Gesù a Roma vera apoteosi del Baciccia.

 La gloriosa Compagnia di Gesù è importante a Roma non solo per la famosa Università gregoriana, vera culla della cultura ed in particolare degli studi teologici e filosofici, ma anche per le sue Chiese ed in particolare il Gesù e Sant’Ignazio espressioni autentiche della Controriforma e del Barocco.

La più rappresentativa è la chiesa del Gesù, iniziata nel periodo della controriforma e completata durante il barocco. Riassume in sé in un modo armonico entrambi gli stili e per comprenderne appieno la sintesi, immaginiamo dapprima la grande unica navata della chiesa come uno spazio completamente nudo e disadorno dove tutti gli sguardi sono puntati sull’altare maggiore che deve essere visibile da ogni punto della chiesa. In un secondo momento volgiamo lo sguardo alle numerose e ricchissime cappelle laterali erette in onore dei Santi e Martiri e poi infine alla decorazione aggiunta nel periodo barocco che abbellisce l’insieme con stucchi, bronzi, marmi pietre dure e preziose oltre allo splendore degli affreschi spesso concepito con ardite prospettive.
Uno degli artisti più significativi che vi lavorò fu Giovanni Battista detto il Baciccia che fu uno dei maggiori collaboratori di Gian Lorenzo Bernini che lo introdusse anche presso la Compagnia di Gesù da cui ottenne il compito di decorare la Chiesa del Gesù

Il ciclo del Gesù, impensabile senza il completamento a stucco del ticinese Ercole Antonio Raggi,è unanimemente considerato il capolavoro del Baciccio, vero unicum tra pittura, scultura, e architettura tipicamente barocco. Stupendi sono gli affreschi della cupola e dell’abside Di particolare bellezza è il grande affresco della volta della navata :il Trionfo celebre ed emozionante del nome Santissimo di Gesù, una vera apoteosi dove alcune parti delle pitture specialmente nuvole e festosi gruppi di cherubini escono dalle cornici ed e invadono le volte e persino le membrature della chiesa con un vivo effetto di risalto
Altri importanti artisti hanno lasciato la loro indimenticabile impronta in questa chiesa come Pietro da Cortona, Raggi con i suoi meravigliosi stucchi ed Andrea Pozzo che fu poi celebre per le pitture della chiesa di Sant'Ignazio.

giovedì 29 dicembre 2011

Pella un vero microcosmo della storia della Giordania

Non si può dire di conoscere appieno la Giordania, senza visitare la  mirabile città di Pella, situata sulla sponda orientale del Giordano a circa 95  Km da Amman.
Si parla di Pella sin dall’antichità ed i primi insediamenti risalirebbero a circa undicimila anni prima della nascita di Cristo. Gli antichi abitanti si sarebbero dedicati soprattutto all'agricoltura e alla caccia, ma stranamente questa zona tanto fertile fu abbandonata prima della conquista persiana. Dopo essere stata conquistata dai Persiani Pella attorno al 310 a. C  tornò a fiorire quando una delegazione di Alessandro Magno decise di stabilirsi qui, fondando Pella, dal nome della città natale di Alessandro.
Pella divenne presto un importante centro ellenistico e continuò a prosperare anche quando Antioco II s'impose su tutta la Siria, fondando la dinastia dei Seleucidi.
Fu distrutta nell'80 a.C e successivamente ricostruita dai Romani che l’annessero alla Lega della  Decapoli..Vi si rifugiarono i giudei cristiani di Gerusalemme dissociatisi dalla lotta armata contro Roma, conclusasi nel 70 con la distruzione di Gerusalemme.
Anche sotto i Bizantini, Pella rimase una città molto potente, diventando peraltro sede di vescovado. La presenza cristiana favorì la costruzione di alcune chiesette e della basilica a tre navate. Il periodo aureo terminò con la conquista degli Arabi che la ribattezzarono Fahl
Con la dinastia degli Omayyadi furono restaurati  i principali edifici di potere costruiti dai Bizantini, con l’aggiunta di elementi dell'arte islamica..
Nel X secolo con la dinasitia degli Abbassidi venne il definitivo declino e Pella  si ridusse,
ad un modesto villaggio dedito alla produzione della canna da zucchero  prendendo il nome di Tabaqat Fahli.
Questa è la complessa storia di Pella  di cui è rimasto in me un perenne ricordo.

La Casa Cuadros sulla Rambla a Barcellona



Continuiamo a parlare di Barcellona che forse è  la città non italiana più conosciuta dagli italiani. L'unica in Europa in cui siamo la comunità straniera più numerosa e dove animata è la vita in strada ,la gente nelle piazze nei bar e nelle terrazas e soprattutto dove danze antiche e flamenco si alternano.

Un luogo che lascia ammirati i visitatori è la Casa Cuadros , ove campeggia un dragone che dall’alto scruta la Rambla.
La stranezza del palazzo è che sui muri del palazzo sono appesi degli ombrelli.
Qual è la ragione della presenza di questi ombrelli?
Semplice, la casa Cuadros è un vecchio negozio di ombrelli di fine ‘800, abbellito con riferimenti allegorici all’Oriente. La bellezza del dragone e i colori dei muri, ne hanno fatto uno dei soggetti più fotografati della Rambla.
La "Casa dels Paraigües (Casa degli ombrelli)" è un bell’esempio di architettura modernista, con riferimenti anche all’Egitto (balconi) ed elementi decorativi che ricordano il Giappone. Il vero protagonista è sempre il dragone verde che tiene un ombrello, anche se ormai il negozio non c’è più e una banca ha preso tutto in affitto.

mercoledì 28 dicembre 2011

La Cattolica di Stilo superba testimonianza bizantina in Calabria.




Siamo a Stilo in Calabria, la patria del  filosofo Campanella, nella valle del torrente Stilaro, denominata valle bizantina.
 Lì si trova la cosidetta Cattolica, una delle chiese più piccole della Calabria , nota per essere rappresentativa del massimo esempio di architettura sacra bizantina in tutta la regione.
Perché Cattolica? La denominazione stava ad indicarne la categoria delle chiese privilegiate di primo grado, infatti con la nomenclatura impiegata sotto il dominio bizantino nelle province dell'Italia meridionale (soggette al rito greco), la definizione di katholikì spettava solo alle chiese munite di battistero.
Ci troviamo di fronte ad un cenobio bizantino con struttura a pianta quadrata,costruita in laterizi, mattoni pieni, intersecati da malta interstiziale. Gli elementi decorativi esterni sono in cotto. L'edificio è sormontato da cinque cupolette cilindriche divise da quattro elementi a botte con bifore. La cupola centrale presenta quattro bifore con stampelle di diversa forgia, mentre le altre quattro cupolette sono illuminate da monofore.
All'interno la Cattolica è divisa in nove quadrati uguali da quattro colonne di spolio, prelevate certamente da resti architettonici dell'antica Kaulon. Nel fusto di una di esse si legge l'iscrizione in greco referente al mistero dell'Epifania: "Dio il Signore apparve a noi". Le tre absidi orientate costituivano l'elemento centrale della liturgia bizantina. Quella centrale è detta bema, e conteneva un piccolo altare, le absidi laterali invece avevano funzione di prothesis a sinistra e diaconikon, a destra. Sulle pareti si notano affreschi a più strati, che testimonierebbero il passaggio attraverso cinque cicli di storia. Il primo strato è relativo al X secolo, epoca della costruzione del cenobio bizantino e contiene raffigurazioni di santi guerrieri in tipico stile bizantino.
Il secondo strato pittorico è di epoca normanna e raffigura San Giovanni Crisostomo in perfetto stile basiliano.
Il terzo è di epoca sveva raffigurante l'Annunciazione.
Il quarto strato pittorico è di tecnica gotica-internazionale e rappresenta San Giovanni Battista con altri santi.
L'ultimo strato pittorico rinvenuto nella chiesa Cattolica di Stilo, rappresenta il sonno eterno della Vergine, sul manto della quale si notano gigli angioini che ne suggeruscono la datazione.
Massima è dunque l’emozione che si prova a visitare questa piccola chiesa bizantina vero crogiolo di storia plurisecolare.

lunedì 26 dicembre 2011

Sauris e la minoranza etno linguistica




Iniziamo a soffermarci, come abbiamo annunciato in questo blog nell'articolo del 20 aprile 2010 sulle molteplici minoranze etnolinguistiche diffuse in Italia.
Dedichiamo la nostra attenzione a Sauris, un paese incantevole dell’alta Carnia in Friuli, ma certamente non facile a raggiungersi. Infatti il turista deve andarci di proposito in questo luogo isolato,situato sulla regione montuosa della Carnia in val Lumiei, in un bacino artificiale tra i più grandi del Friuli, creato dallo sbarramento del torrente Lumiei.
E’ un paese da fiaba,che sembra, secondo tradizioni e leggende, sia stato fondato a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo da due soldati tedeschi che, stanchi della guerra, fuggirono dalla Germania, rifugiandosi nella valle impervia dell’alta Carnia.
Per questa ragione Sauris, in dialetto tedesco Zahre, è abitato da genti tedesche di lingua tedesca proveniente presumibilmente dalla Carinzia.
Le tradizioni della gente di Sauris sono rimaste intatte nel tempo, nella lingua di origine medievale, nella cultura popolare e religiosa coniugate con un sentimento di stretta appartenenza alla Carnia.
Numerosi sono gli studi su questo idioma di Sauris per molti versi simili a quello sappadino.
Non sono poche le iniziative per diffondere nelle scuole la lingua di Sauris e nelle messe cattoliche viene celebrato il Pater Noster nella lingua di Sauris, Al tempo stesso dovrebbero esservi delle Bibbie tradotte nella lingua di Sauris.
Si può considerare quindi il Paeese più significativo della Carnia,in cui è molto vivo il culto per il santo guerriero Osvaldo, re cristiano di origine inglese, lo stesso a cui è dedicata la chiesa di Cima Sappada (articolo del 1 febbraio 2010)
Il legame a Sappada è molto forte e abitanti dei due Paesi nel mese di Settembre di ogni anno si recano pellegrini in Austria, proprio in Carinzia, appena dopo il confine nlla chiesa di Maria di luggau. Le attività del passato caratterizzano ancora la vita economica del paese: il prosciutto in primis, ma anche i tessuti e gli oggetti in legno rappresentano le maggiori produzioni locali e le principali fonti di occupazione e guadagno.

Merano:storia e passeggiate nella quiete.



Merano è una città caratteristica dell’Alto Adige, incastonata tra quattro valli.
Ne fanno da suggestiva cornice le quattro importanti valli: la Val Venosta, la Val Passiria, la Val d’Adige e la Val d’Ultimo.
Il clima mite, l’immenso verde, le terme, il tratto signorile rendono Merano una vera attrazione per un turismo che vuole godere la natura e passeggiare molto su aree pianeggianti.
Insomma è un paradiso per il turista della terza età. Non è un caso infatti che molti siano stati gli ospiti ed in particolare uomini politici e della cultura che hanno passato le loro vacanze nella città, per esempio l'imperatrice Sissi e lo scrittore Franz Kafka. Nel 1912 nasce il grandioso Kursaal (o Kurhaus), opera dell'architetto Friedrich Ohmann che era legato alla Secessione viennese. Anche dopo il 1945 Merano è una delle mete più frequentate dai turisti in Alto Adige.
Merano che trae origine da terra mairana, cioè una terra appartenente ad una fattoria bavarese altomedievale è già esistente in epoca romana.
Si sviluppa notevolmente sotto i conti del Tirolo nel corso del ‘200 in particolare con Alberto III di Tirolo e con Mainardo II di Tirolo-Gorizia, quando l'antico nucleo urbanistico assume la sua caratteristica fisionomia.
Merano diviene città nel corso del XIII secolo e nel secolo successivo egrazie anche ai privilegi concessi da Leopoldo III si sviluppa molto il settore commerciale. Con il trasferimento della sede dei conti ad Innsbruck la città perde la sua primaria importanza come centro economico, pur rimanendo formalmente capitale della contea del Tirolo fino al 1848.
Solo con le guerre di liberazione del Tirolo del 1809, guidate da Andreas Hofer della Passiria, ritorna ad avere una supremazia politica
Nella seconda metà dell'ottocento Merano diviene un importante luogo di villeggiatura dell'Impero austro ungarico. Dopo la prima guerra mondile Merano, come tutta la parte meridionale del Tirolo, viene annessa all'Italia
Questa in sintesi è Merano che vanta non un celebre duomo di architettura gotica ricco di importanti opere d’arte, ma anche e soprattutto delle splendide  passeggiate sulle due sponde del Passirio di cui le principali sono la passeggiata d’inverno e la passeggiata d’estate
Merano è dunque un luogo ideale per rilassanti camminate, tra aiuole, palme e flora di ogni genere e di inusitata bellezza.

domenica 25 dicembre 2011

La Chiesa di Sant'Anna testimonianza crociata dei Luoghi santi.




E’ tempo di Natale e il pensiero va ala Terra Santa testimonianza feconda dell’itinerario di Cristo sulla terra.
Moltissimi luoghi sono soltanto devozionali per la povertà di reperti archeologici, altri invece poggiano su testimonianze romane e Crociate,
Nel quartiere di Betzete, sul lato settentrionale del Tempio guardante verso la valle del Cedron, è ambientato il racconto evangelico della guarigione di un paralitico
In quell'area si trovavano diverse piscine  tra cui famosa la Probatica dove avvenne la guarigione del paralitico da parte di Gesù, Avevano il duplice scopo di riserva d'acqua per la città e di permettere le abluzioni rituali ai pellegrini che, dopo aver camminato per molti giorni,ascendevano al Tempio.
Secondo un’antica tradizione è collocata  nello stesso luogo, anche la casa dei genitori di Maria, e fin da epoca remota è stata costruita dai Crociati nel 1140 qui la chiesa dedicata a S.Anna.
Il 25 luglio 1192 Saladino trasformò la chiesa in una scuola teologica mussulmana; l'iscrizione che ricorda l'avvenimento si trova ancora sopra la porta. Nel XVIII secolo, dopo alterne vicende, la chiesa era in uno stato di decadenza e rovina. Tornò nel suo splendore nel 1856, quando i Turchi Ottomani  dopo la guerra di Crimea la offrirono alla Francia in segno di gratitudine
La chesa presenta uno stile composito locale ed europeo. Edificata nel caratteristico stile francese del XII secolo, fu in seguito adornata da archi in stile moresco. Originariamente la facciata aveva tre portali, col tempo uno di questi è scomparso. Al di sopra dell'arco della finestra superiore si trova la finitura a cuscinetto, caratteristica di molti edifici locali dell'epoca e impostata a stili orientali. L'interno è molto elegante. .
La cripta segna il sito della nascita di Maria. 

sabato 24 dicembre 2011

Il palazzo Contarini del Bovolo:raro esempio di architettura gotica veneziana.


Non vi  è viaggio turistico in Italia in cui non sia programmata una permanenza anche breve a Venezia, nell’incantevole laguna immortalata da  grandi pittori  cone il Canaletto.
La lista dei monumenti da vedere  è lunghissima e non potrebbe essere diversamente perché Venezia è un unicum in cui interagiscono in perfetta armonia paesaggio, arte e cultura che affonda le radici nella storia della Serenissima.
La laguna è solcata da vaporetti, gondole ed imbarcazioni di ogni genere che consentono di visitare San Lazzaro, punto di riferimendo d'eccezione per la religione cristiana armena.
Ci dedichiamo ora soltanto ad osservare il  palazzo Contarini Bòvolo,in architettura gotica, ubicato nel sestiere di San Marco in prossimità di Carlo Manin.
Il palazzo è famoso per la torre scalare con scala a chiocciola (detta bòvolo in lingua veneziana).
Il palazzo, costruito alla fine del quattrocento dalla famiglia Contarini  presenta sul rio San Luca una facciata con tre polifore archiacute.
Nel 1499 fu aggiunto verso il cortile interno un piccolo corpo di fabbrica in stile rinascimentale con  una serie di logge aperte con archi a tutto sesto o ribassati. L'adiacente torre  con un belvedere a cupola dà accesso alle logge e ne continua lo stile aereo nei cinque ordini di archi rampanti su colonne.
Il palazzo assume importanza anche nella storia dell’astronomia perché Wilherm vi condusse nel 1859 le sue prime osservazioni astronomiche mediante le quali scoprì una cometa e la nebulosa di Merope nell’ammasso delle Pleiadi,.
È indubbiamente, uno dei palazzi veneziani in assoluto più particolari e suggestivi, difficile a catalogarsi in stili architettonici troppo schematici.

venerdì 23 dicembre 2011

La Basilica paleocristiana di Paestum



Ho avuto la felice opportunità di soggiornare per molti anni nel periodo estivo a Paestum,ubicata nella piana del Sele a sud di Salerno Paestum, l’antica Posidonia, fondata secondo Strabone, dagli Achei di Sibari nel VI secolo a. C.,come centro commerciale.
Nei periodi di soggiorno,moltissime volte ho avuto occasione di visitare la mirabile area archeologica della Magna Grecia,l’antica Poseidonia e sono sempre rimasto colpito dal fascino dei tre templi: Poseidone la Basilica ed il tempio di Cerere coevi dell’unico affresco finora scoperto nella tomba del tuffatore. 
Ma non intendo soffermarmi sulle bellezze archeologiche del luogo che richiamano ogni anno tanti visitatori da tutto il mondo. Intendo invece parlarvi di due chiese esistenti nella area pestana che rappresentano anche esse un forte richiamo artistico.
La basilica paleo cristiana dedicata a S.Maria dell’Addolorata e la chiesa della Madonna del Granato
S Maria dell’Addolorata che si trova nel perimetro del sito archeologico di Paestum a pochi passi dal Museo Nazionale Archeologico, in una piazzetta,viene chiamata basilica a causa delle antiche origini dell'edificio che fu costruito all'epoca della diffusione del Cristianesimo in Occidente quando tra il V e il VI sec.d.C la colonia romana di Paestum diventa sede vescovile. 
Elementi architettonici provenienti dagli antichi edifici di Paestum furono riutilizzati per la costruzione della Basilica come le colonne incorporate nei pilastri della chiesa o nei muri esterni. 
Oggi la chiesa è strutturata in tre navate divise da antiche colonne. La facciata e il campanile a vela sono del settecento. 

A ridosso del Monte Calpazio sorge l’imponente Santuario della Madonna del Granato. Costruito nel XII secolo, è ancora oggi meta di numerosi pellegrini provenienti da tutto il Cilento. La facciata dell’antica Cattedrale richiama una fisionomia di architettura rurale. All’interno, troviamo il pulpito di gusto cosmatesco, sotto cui è stato recuperato un affresco tardo gotico raffigurante S.Biagio in paramenti sacri. Sull’altare Maggiore vi è la statua raffigurante la Madonna del melograno. Andate a visitare queste chiese perché meritano attenzione quanto la città archeologica!

giovedì 22 dicembre 2011

Le iscrizioni di San Clemente a Roma: prime testimonianze delle origini della lingua italiana.


La basilica di San Clemente è senza dubbio uno dei luoghi di culto cristiano di Roma più celebre.

Situata nelle vicinanze del Colosseo, tra il colle Oppio ed il Celio,prende nome da San Clemente, il terzo successore di San Pietro, morto intorno al 100 dc Si compone di due chiese sovrapposte sorte sopra costruzioni romane, anche esse a strati.
Non intendiamo soffermarci analiticamente sulle strutture architettoniche e pittoriche di queste chiese superiore ed inferiore dense di storiae stupende per le opere d’arte in esse inserite.
Per rendersene conto, basti pensare ad esempio al grandioso mosaico del Trionfo della Croce della prima metà del secolo XII, ai magnifici affreschi di Masolino di Panicale situati nella cappella di Santa Caterina d’Alessandria, al celebre mitreo. testimonianza feconda della religione mitraica in un certo senso competitiva all’epoca di quella cristiana.
Qui intendiamo invece soffermarci sulle opere di datazione paleocristiana ed in particolare sugli affreschi della basilica raffiguranti alcuni miracoli attribuiti a san Clemente. In uno degli affreschi è raccontata la leggenda miracolistica del prefetto Sisinnio, il quale, arrabbiato a causa della conversione della propria moglie Teodora, la seguì con alcuni soldati; quando la trovò in una sala mentre assisteva ad una messa celebrata da Clemente, ordinò il suo arresto, ma Dio non lo permise accecando Sisinnio e i soldati. Il prefetto restò cieco fino al suo ritorno a casa.
Nella parte inferiore dell'affresco, ci sono le più antiche espressioni murali espresse in una lingua intermedia fra il latino e il volgare Tra queste compare l’iscrizione del XI secolo, primo esempio in cui il volgare italiano appare usato con intento artistico
Rappresenta il patrizio Sisinnio nell’atto di ordinare ai suoi servi (Gosmario, Albertello e Carboncello) di legare e trascinare san Clemente il quale, nel frattempo, si è trasformato in una colonna di pietra. Si tratta di un frammento della "Passio Sancti Clementis". Si leggono, a forma di fumetto, queste espressioni:

Sisinium: «Fili de le pute, traite, Gosmari, Albertel, traite Falite dereto colo palo, Carvoncelle!» San Clemente: «Duritiam cordis vestris, saxa trahere meruistis». Traduzione: Sisinnio: «Figli di puttana, tirate! Gosmario, Albertello, tirate! Carvoncello, spingi da dietro con il palo» Clemente: «A causa della durezza del vostro cuore, avete meritato di trascinare un sasso [o sassi]».
Mentre la seconda parte in latino è attribuita a Clemente, la prima parte invece è in volgare con chiare influenze romanesche che fanno comici e grotteschi il pagano Sisinnio e i suoi servi.L'affresco illustrante il miracolo di san Clemente è dunque famoso soprattutto per le poche scritte che vi compaiono ,considerate dai critici letterari tra le prime e rarissime forme di italiano volgare scritto e perciò citate nei testi di storia della letteratura e di linguistica italiana accanto ad altre testimonianze come l'iscrizione della catacomba di Commodilla, , il ritmo laurenziano, il ritmo bellunese, e molti altri ancora.

Pont Aven e l'impressionismo

Non vi è luogo della Bretagna che non meriti adeguata attenzione.
Uno tra questi di grande fascino è Pont Aven,situato alla foce dell’estuario del fiume Avon nel dipartimento del Finistère nella regione bretone.
Pont Aven lega indissolubilmente la sua fama alla storia della pittura dall’impressionismo in poi.
Negli anni dopo il 1870 il villaggio fu luogo di soggiorno di numerosi artisti, specialmente statunitensi, attirati dalle favorevoli condizioni di vita dell'area. Uno di loro, Armand Jobbé-Duval, fondò la corrente del sintetismo.
Il piccolo borgo ha raggiunto tuttavia l'apice della sua popolarità con la nascita della scuola di Pont-Aven, scuola di pittori, tra cui Gauguin, che la frequentò alla fine del XIX sec prima di partire per Tahiti.  E' famoso il dipinto delle lavandaie qui illustrato insieme ad uno scorcio paesaggistico dei Pont Aven.
Chi soggiorni a Pont Aven anche per qualche ora non può trascurare di percorrere la Promenade Xavier Grall, uno dei percorsi lungo il fiume: è un susseguirsi di ponticelli, mulini ad acqua e stupendi scorci.
Il piccolissimo centro storico è disseminato peraltro di negozi di gallette e altri prodotti tipici bretoni, studi di arte dei discendenti della Scuola di Pont-Aven, ristoranti e altri negozi per turisti.

mercoledì 21 dicembre 2011

Ritornando dalla Carinzia verso l'Italia.

 



Qualche estate fa , tornando dalla Carinzia ed andando verso S Candido, mi sono fermato di proposito a Maria Luggau ove sorge il Santuario della Madonna Addolorata,luogo devozionale molto suggestivo verso cui confluiscono tutti gli anni nel terzo week-end di settembre, pellegrini di Sappada , Sauris, Forni di sopra ed Ampezzo a ricordo del fatto che nel 1804 la Madonna aveva salvato dalla peste il bestiame.
Nel luogo ove sorge la chiesa vi era nel '500 secondo la tradizione un campo di segala curato da una donna povera di nome Helenau che in segno di devozione volle costruire cappella dedicata alla Madonna.
Dopo molte difficoltà nel 1593 il Conte di Ortenburg (Conte del Tirolo) realizzò proprio vicino alla chiesa un convento e lo affidò ai Minori Francescani. Dall' anno 1635 il santuario è custodito dai Servi di Maria.
La Chiesa, edificata fra il 1520 ed il 1544, è in stile gotico. La pala dell' Altare Maggiore raffigura l’Assunzione di Maria ed è opera è un' opera del pittore veneziano Cosroe Dusi (1808-1859).
Una piccola statua raffigurante la Vergine che tiene tra le braccia il figlio morto, sovrasta l'Altare.
Sui due altari laterali, ornati da bassorilievi in legno, si possono ammirare due tele raffiguranti una Deposizione della Croce e San Luca mentre dipinge un quadro della Madonna con bambino.
La volta della Chiesa è interamente affrescata con dipinti che raffigurano la storia di Luggau. Il campanile, con guglia a cipolla, è opera di Bartolomeo Vierthaler. All' esterno davanti ad esso, è posta una statua in marmo realizzata da K. Campidell nel 1958 raffigurante la Pietà.
Maria Luggau oltre ad essere un luogo di culto religioso, è anche un paese legato alla tradizione contadina.e nella zona circostante si potevano contare oltre cento mulini ad acqua utilizzati dai contadini per macinare il grano e per fare funzionare segherie.
L’industrializzazione sempre più spinta ha preso lentamente il posto dei vecchi mulini, anche se sono rimasti cinque antichi mulini ad acqua che si possono ammirare percorrendo la Mühlenweg ovvero la strada dei mulini..

Consiglio per chi andasse in Austria , di fermarsi qualche ora in questo luogo in cui si associa alla devozione alla Madonna una forte civiltà contadina
Mi ringrazierete perché vi potrete immergere in un’atmosfera di altri tempi che vi darà grande serenità.

lunedì 19 dicembre 2011

Guardia Piemontese:isola etnolinguistica della Calabria..




Percorrendo la costa tirrenica calabrese, provenendo da Maratea in Basilicata, si incontrano nella provincia di Cosenza stupendi ed incantevoli paesi come Scalea, Cirella, Diamante, Belvedere fino ad arrivare alla marina di Guardia Piemontese il cui capoluogo del comune sorge a 514 metri sul livello del mare.

Guardia Piemontese è una vera e propria isola etno linguistica tra le più interessanti dell’Italia meridionale.
Singolari infatti sono i costumi ed il dialetto che si rifanno ad va antiche origini provenzali.
E’ un paese che vanta una grande storia:già nota con il nome di Casale di Fuscaldo, chiamata successivamente Guardia Fiscalda e Guardia Lombarda, solo in anni più recenti ha preso la denominazione attuale di Guardia Piemontese. L'aggettivo "piemontese" del nome, deriva dall'origine di questa popolazione valdese, la quale a causa della povertà, dell'intolleranza religiosa e delle persecuzioni subite nelle proprie terre, in Piemonte, dovette fuggire alla ricerca di un luogo più sicuro e ospitale.
I Valdesi arrivarono in Calabria tra il XII e il XIII secolo dal Piemonte e vissero senza conflitti per due-tre secoli con le comunità cattoliche circostanti. Dopo la loro adesione alla riforma protestante il cardinale alessandrino Michele Ghislieri (futuro papa Pio V), deliberò che venissero annientati sia i valdesi del Piemonte sia quelli della Calabria. Scatenò così contro di loro una crociata e li sterminò. 
La persecuzione religiosa si propagò, in tempi antichi, fino nella parte antica di Guardia (il cosiddetto "paese") con scontri e violenze e l'uccisione di gran parte della popolazione, comprese donne e bambini. I pochi supersiti scampati al massacro furono costretti alla conversione. 
Il guardiolo, o lingua guardiola, costituisce l'unico esempio di lingua occitana nel meridione italiano ed è isolata rispetto all'area nativa che consiste sostanzialmente nella Francia meridionale-orientale. Altre aree occitanofone in Italia sono alcune valli alpine del Piemonte e della Liguria.
L’abitato è caratterizzato da da un labirinto di vie strette e tortuose ed è ancora cinto da mura medievali con varie Porte di cui una “la porta del sangue” in ricordo dello sterminio dei valdesi nel 1561 
Caratteristica suggestiva di molte vecchie case sono gli spioncini sulle porte che servivano agli inquisitori per accertarsi che le famiglie recitassero le preghiere d’obbligo.

domenica 18 dicembre 2011

La pieve di Romena: mirabile esempio di architettura romanica nel Casentino.

 

 


Non distante dall’abbazia di Vallombrosa nel Casentino, fondata da San Giovanni Gualberto,uno dei principali riformatori della regola originaria di San Benedetto si trova l’abbazia di Romena, al centro di una bellissima campagna cui fanno da arco le vette dell'Appennino
E’ collocata in un ridente paesaggio verde e collinare che ispira serenità ed invito alla contemplazione.
La Pieve di  Romena che,come ogni Pieve, è situata in zone facilmente accessibili ai fedeli, nasce con il nome etrusco Rumine che diviene successivamente la romana Rumenius Ciò è testimoniato dai numerosi reperti etruschi ritrovate nell’area circostante.
La pieve, così come la vediamo oggi, fu invece edificata nel 1152 e fu realizzata su iniziativa del pievano Alberico, artigiani locali e maestranze lombarde probabilmente formatesi in Francia.
La pieve,vero centro di accoglienza per i pellegrini che scendevano dal nord Europa per dirigersi verso Roma, è a tre navate, percorse da colonne possenti che sostengono le volte a botte e le capriate del soffitto. La solidità dei sostegni e la ruvidezza della pietra usata (arenaria locale) le conferiscono un aspetto austero: se però si seguono i gradini dell'altare e si accede nell'area del coro, la pieve sembra ingentilirsi: l'abside, con la serie di bifore e trifore, con i loggiati di colonnette e capitelli, raccoglie la sobrietà e la trasforma in leggerezza.
La pieve è ricca di simbologie ed i capitelli , dipanano un piccolo universo di figure umane e animali, di simboli e di forme; il film del creato si snoda in un avvicendarsi di scene nelle quali, tutte le dimensioni dell'umano, gli angeli e i demoni, il bene e il male, sembrano potersi incontrare testimoniando ancora una volta l'accoglienza di Dio, che accetta anche la parte di noi che è oscura, che non è ancora luce.
Nella parte sotterranea della Pieve sorge una pieve preesistente a tre absidi di cui è incerta, secondo i critici d’arte, la datazione.

L'abbazia cistercense di Fiastra.

 


Gli ordini benedettini sono stati determinanti per lo sviluppo della cultura europea: basti pensare al semplice motto "ora et labora" per rendersene conto e per comprendere il radicale cambiamento indotto nella struttura monastica dell’epoca. In quel solco tracciato da Benedetto si distingue l’ordine cistercense,che si ispira a San Bernardo anche in antitesi con l’ordine cluniacense. Testimonianze feconde sono le abbazie disseminate su tutto il territorio italiano e caratterizzate da un’architettura di transizione tra il romanico ed il gotico.
Molte sono le abbazie degne di rilievo e tra queste,senz’altro, quella di S.Maria di Chiaravalle di Fiastra del XII secolo rappresenta uno dei monumenti più pregevoli e meglio conservati dell’architettura cistercense in Italia. L’abbazia, al pari di altri abbazie,rispetta il principio di essere ubicata, in zone in conformità alle esigenze monastiche, non molto vicine ai centri abitati e nei pressi delle grandi vie di comunicazione per favorire l'accoglienza dei pellegrini.
Le abbazie cistercensi hanno tutte uno stesso schema, perché tutte si ispirano ad una pianta tipo, che distribuiva gli spazi in conformità ai momenti della vita quotidiana scanditi dalla Regola. L'edificio sviluppa un modulo spaziale quadrato, ispirato ai modelli biblici, in particolare alla Gerusalemme celeste.
La chiesa dell’abbazia, che è stata fomdata nel 1142 ed ha subito numerose vicissitudini, è dedicata a S. Maria di Chiaravalle costruita nel 1200 e che presenta tre navate, una copertura a volta, con la navata centrale di legno ed un portale policromatico. Le absidi sono a forma quadrata secondo la tipica tradizione cistercense. Di fronte alla chiesa in cui vi sono anche pregevoli affreschi con immmagini del Crocifisso e dei Santi (1173) sorge il monastero con un chiostro molto ampio con una bellissima sala del Capitolo. Nell’area abbaziale vi è anche un interessante museo della civiltà contadina che raccoglie oggetti agricoli dei secoli passati
Per chi si dovesse recare a Chiaravalle ha la possibilità di immergersi dunque in una cornice scenografica stupenda per la bellezza dei paesaggio naturale, le dolci colline e la verde pianura.

sabato 17 dicembre 2011

Il culto di Giuseppe Moscati nella chiesa del Gesù Nuovo a Napoli.

E’ una pillola di viaggio desueta; non è tanto la descrizione di un luogo dal punto di vista storico ed artistico quanto invece un’attenzione al culto ed alla devozione del Medico Giuseppe Moscati, un santo grandemente venerato dal popolo napoletano.
Si tratta di un medico insigne e scienziato nato a Benevento nel 1880  e morto a Napoli nel 1927 di cui recentemente è stato anche  fatto un film dalla RAI.
Grande fu la dedizione per gli ammalati e gli indigenti, dedizione tuttavia che non gli sottrasse mai il tempo.
Questo medico  buono e santo è sepolto nella chiesa del Gesu nuovo l’importantissima chiesa del Corpo di Napoli, situata non distante da palazzo Filomarino abitazione per lunghi anni di Benedetto Croce.
La facciata della chiesa è a bugnato Cioè caratterizzata da particolari bugne, una sorta di piccole piramidi aggettanti verso l'esterno, normalmente usate dal Rinascimento veneto e del tutto sconosciute nel Meridione
L'interno barocco, a croce greca con braccio longitudinale lievemente allungato, presenta una ricca decorazione marmorea realizzata dal Fanzago nel 1630. Sulle controfacciate sono presenti affreschi di Francesco Solimena (navata centrale) e della sua scuola (laterali).
La tribuna è affrescata da Massimo Stanzione; nel transetto si ammirano affreschi di Sant'Ignazio di Loyola e di San Francesco Saverio.
Sulla destra vi è infine la cappella dedicata a San Giuseppe Moscati che conserva un dipinto all'altare di Massimo Stanzione.

Il cimitero ebraico di Praga ed il mitico Golem.


Praga è un crogiolo di culture e proprio per questo è una delle città più frequentate da visitatori di tutto il mondo.
Molte sono le case antiche, alcune delle quali con spendidi murali e molti sono gli stili architettonici della città dall’arte nouveau, al barocco, dal cubismo al gotico ed al neoclassico.E' la città dagli innumerevoli caffè in stile liberty ed ancora la città di Kafka, il celebre scrittore ceco di lingua tedesca autore di memorabili scritti come il castello e la metamorfosi.
Ma qui vogliamo concentrare l’attenzione sul celebre cimitero ebraico Il Vecchio Cimitero Ebraico di Praga (in ceco Starý Židovský Hřbitov), fondato nel 1439
E’ uno dei monumenti storici più significativi dell'antico quartiere ebraico praghese, nonché uno dei più celebri cimiteri ebraici in Europa. Il cimitero che fu risparmiato durante l'occupazione nazista,proprio a testimonianza di un di un popolo estinto è stato per oltre 300 anni, a partire dal XV secolo, l'unico luogo dove gli ebrei di Praga potevano seppellire i loro morti. Le dimensioni attuali sono all'incirca quelle medievali e nel tempo si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe fino a 9 strati di diverse sepolture, perché il cimitero non poteva espandersi fuori dal perimetro esistente.
L’atmosfera del cimitero è spettrale:la densità di lapidi, tardogotiche, rinascimentali, barocche, l'una quasi contro l'altra, il silenzio del luogo e la scarsa illuminazione creano un effetto unico. Non vi sono ritratti perché la religione ebraica lo vieta , ma soltanto disegni simbolici per indicare la professione o le qualità del defunto.
La tomba più visitata è quella di Rabbi Löw, che viveva a Praga nel XVI secolo durante il regno di Rodolfo II. Egli, secondo la leggenda, venendo a conoscenza di certe arti magiche fabbricò un golem, un gigante di argilla forte e ubbidiente, da impiegare come servo,per svolgere lavori pesanti e come difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori. Il rabbino, seguendo ii riti cabalistici creò dall'argilla il Golem che avrebbe obbedito ad ogni ordine del Rabbino e avrebbe aiutato e protetto la popolazione del Ghetto ebraico. Col tempo il Golem si fece tuttavia sempre più grande ma anche sempre più violento e cominciò ad uccidere e a spargere il terrore. Al Rabbi Loew non rimase che togliere la vita al Golem che, secondo la leggenda fu riportato di nuovo in vita dal figlio del Rabbi Loew e potrebbe ancora oggi vegliare su Praga.

venerdì 16 dicembre 2011

Le catacombe ebraiche a Roma.

Quando si parla di catacombe a Roma, come in altri luoghi il pernsiero va quasi sempre alle catacombe cristiane che rappresentano la prima testimonianza della presenza della nuova religione nell’Urbe.
Quasi mai si si pensa invece alle catacombe ebraiche. Eppure vi è traccia a Roma di almeno sei catacombe.
Del resto le fonti storiche tramandano che nell’antica Roma vi fossero ben 11 sinagoghe ed una ad Ostia,luoghi di culto di una comunità ebraica che già sotto Augusto assommava ad 8000 persone la metà dei quali era militare.
Le catacombe ebraiche tuttavia, e questo è il dato importante storico-artistico si svilupparono per imitazione, sulla scorta delle catacombe cristiane. Si può affermare con certezza che non vi è traccia di catacombe od ipogei ebraici precedenti a quelle pagane e cristiane.
Tre catacombe delle sei di cui si ha rifermento letterario sono oggi accessibili e sono due sulla via Nomentana ed una sulla via Appia.
Sono catacombe in quel periodo dislocate fuori delle mura e venivano scavate grazie a concessioni governative.
La loro caratteristica peculiare è nella decorazione e nella presenza di simboli eminentemente ebraici come i rotoli della legge, il candelabro, il melograno, i rami di mirto, la mandragola, , il corno ed il coltello. Le iscrizioni sono per lo più in greco e alcune lasciano intuire anche una certa cultura, ma non molte. Va detto però le testimonianze archeologiche ebraiche a Roma sono andate in gran parte distrutte.

Non meno interessanti sono le catacombe ebraiche di Venosa cheha ospitato una fiorente colonia ebraica attestata da numerosissime iscrizioni databili, senza soluzione di continuità, tra il IV ed il IX sec. d.C.

Zermatt: un paese d'incanto nelle Alpi svizzere.


La confederazione elvetica vanta città importanti e paesi ridenti molti dei quali sono incuneati nelle Alpi.
Mete di turismo, alpinismo e sci in tutte le stagioni sono un richiamo importante per visitatori provenienti da tutte le parti del mondo.
L’Italia gode della vicinanza di questo paese e per questo motivo vi è durante l’anno un flusso continuo di persone che si recano in questo paese non appartenente all’Unione Europea.
Uno dei paesi alpini di incanto e centro di grande attrazione è Zermatt, raggiungibile soltanto con ferrovia considerata la più ripida del mondo che scorre sull’orlo di precipizi vertiginosi.
A Zermatt non circolano automobili e si gode una calma perfetta. :un calesse trainato da cavalli o una vetturetta elettrica ti condurrà all'albergo risalendo la via principale .
Nell'Ottocento Zermatt era un modesto villaggio di montagna, costituito da case arse dal sole e da rimesse di legna accatastata. Con Chamonix, a partire dagli anni '40 dell'Ottocento divenne in seguito la capitale dell'alpinismo nascente, praticato essenzialmente dagli Inglesi. I montanari cacciatori di camosci si convertirono allora in guide alpine.
Il comprensorio sciistico di Zermatt, a cavallo sulla Svizzera e l'Italia, consente di attraversare e di ammirare paesaggi di sogno e offre globalmente dei tracciati facili e accessibili a tutti. E naturalmente piste adatte soltanto per provetti sciatori.
Una bella escursione è quella che da Zermatt, salendo a bordo del trenino, porta a Gornergrat (un treno ogni 20 min, 1 ora e 40 andata e ritorno),che ospita anche un osservatorio. Costruita un secolo fa, questa prima ferrovia a cremagliera (ideata per i pendii molto ripidi) è la più alta d'Europa. Si può scendere dal treno a Riffelberg (2.582 m) o Rotenboden (2.815 m) per ammirare le vedute grandiose sui mari di ghiaccio che circondano il Cervino e raggiungere Zermatt a piedi da Riffelberg (2 ore di discesa su 950 m di dislivello.

giovedì 15 dicembre 2011

La chiesa di San Lorenzo Maggiore: vero gioiello gotico caro a Boccaccio.

 
Napoli  vanta moltissime chiese ad architettura gotica e tra queste meritano di essere le chiese gotiche dell’Incoronata, di San Giovanni a Carbonara, di Santa Maria Donnaregina, di San Pietro a Majella impreziosite nei secoli da affreschi, marmi, tavole e dipinti.
Ma la chiesa gotica per antonomasia, vero gioiello della Napoli artistica è San Lorenzo Maggiore.
E’ una grandiosa costruzione gotica, risalente alla fine del Duecento, che si innalza nella piazza San Gaetano, nel centro storico della città.. La costruzione è imponente, soprattutto perchè si trova in una piazza  inserita in un dedalo di vicoli, caratteristici di quelle zone antiche.
Eretta per volere di Carlo d’Angiò tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, là dove sorgeva una preesistente chiesa paleocristiana, è uno straordinario esempio dello stile gotico francese a Napoli. Rinnovata in forme barocche nel XVII e XVIII secolo, i restauri novecenteschi ne hanno restituito le originarie forme gotiche. La facciata di Ferdinando Sanfelice è del 1742 e conserva il trecentesco portale marmoreo originario. La pianta è a croce latina a navata unica, con copertura a capriate lignee, scandita da colonne di sostegno di archi a sesto acuto e cappelle laterali. Di rilievo è l’abside poligonale con volte a crociera e cappelle radiali illuminate da alte finestre bifore e trifore. Molte le opere di interesse artistico tra cui il Sepolcro di Caterina d’Austria con sculture di Tino da Camaino (1323) e il Cappellone di S. Antonio opera barocca di Cosimo Fanzago (1638). All’esterno, accanto alla chiesa, vi sono il campanile quattrocentesco e il convento dei Frati Minori con il chiostro settecentesco, la Sala Capitolare affrescata da Luigi Rodriguez (1608) e il refettorio.
La chiesa che sorge su un antico “ macellum” di preesistente epoca romana è molto cara anche agli studiosi della letteratura italiana perché , si narra che fu qui che Boccaccio si innamorò perdutamente di Maria dei conti d’Aquino - conosciuta nelle sue opere come Fiammetta Il convento attiguo ospitò Francesco Petrarca e, infine, nella stessa chiesa, Alfonso I d'Aragona riconobbe come successore il figlio Ferdinando col titolo di Duca di Calabria.

mercoledì 14 dicembre 2011

La navigazione del Burchiello sul Brenta.


La navigazione fluviale è un’esperienza sempre carica di emozione per la visione del paesaggio e soprattutto quando si percorrono tratti di fiume con dislivelli diversi superabili grazie ai sistemi delle chise, grande opere di ingegneria idraulica di leonardesca memoria Un viaggio di tal genere di cui abbiamo dato la descrizione in un articolo di questo blog relativamente è quella  negli intricati corsi d’acqua tra San Pietroburgo e Mosca,
Similia similibus in Olanda ed in Italia dove è veramente suggestiva nella navigazione la cornice paesaggistica ed artistica.
Stiamo parlando del fiume Brenta nel Veneto o meglio la riviera del Brenta da Padova in direzione di Venezia e viceversa, tra arte e storia, lungo le vie degli antichi burchielli veneziani del ‘700 che erano  tipiche imbarcazioni veneziana per trasporto passeggeri, con una grande cabina in legno, con tre o quattro balconi, finemente lavorati e decorati.
I burchielli venivano utilizzati dai ceti veneziani più facoltosi per raggiungere dalla città le loro Ville in campagna e sono stati descritti per quattro secoli diversi da poeti e romanzieri italiani e stranieri il Goldoni, Casanova, Byron, Goethe, Montaigne, D'Annunzio
Oggi si ripercorrono quei tratti di fiume con moderne e confortevoli navigazioni che solcano Oggi tutti i battelli a motore che percorrono la Riviera del Brenta da Padova a Venezia e viceversa sono chiamati comunemente burchielli; eredi delle antiche tradizioni, queste moderne e confortevoli imbarcazioni solcano le acque del Brenta con lento incedere, mentre le guide a bordo illustrano la storia, la cultura e l'arte testimoniata dalle Ville del Brenta.
Una prima chiusa è stata quella di Strà.  La seconda chiusa è  quella di Dolo e il’ultima chiusa ‘ quella di Mira. Prima della laguna di Venezia.
Le ville venete della Riviera del Brenta  sono tra gli esempi più belli di residenze storiche presenti nella regione. Innumerevoli si distribuiscono lungo tutto il corso del fiume, che tradizionalmente ha rappresentato opportunità di ricchezza per le grandi casate..
Una per tutte, tra queste ville del Brenta , tipiche residenze patrizie fonfate dal patriziato della repubblica di Venezia le ville venete della Riviere del Brenta è da citare la celeberrima Villa Pisani di Stra che nel corso dei secoli ha potuto ospitare grandi personaggi del passato, tra cui Napoleone Bonaparte.