domenica 30 marzo 2014

La piscina di Siloe: il luogo in cui Gesù guarì il cieco.



Il Vangelo di Giovanni nel riferirci del celebre miracolo della guarigione di un cieco recita:
Gesù fece del fango con la saliva. la spalmò sugli occhi del cieco  e gli disse : Va a lavarti nella piscina di Siloe.
Ed ancora:
Coloro che non vedano, vedano e quelli  che vedono diventino ciechi.
Il luogo è la piscina di Siloe situata quasi alla confluenza delle due valli del Cedron e del'Hinnom
Fu fatta costruire all'interno delle mura dal re Ezechia (/16-6870 a.C) , per approvvigionare la città di acqua in caso di assedio.
La collega con un canale di crca 500 metri di lunghezza ( un vero gioiello di ingegneria idraulica) al Gihon l'unica sorgente di acqua esistente a Gerusalemme.
Un importante  intervento di restauro fu eseguito nel V secolo d.C in età bizantina per volere dell'imperatrice Elia Eudossia. 
La  piscina dopo essere andata in rovina viene parzialmente riutilizzata nei nostri giorni.
Circondata da un alto muro  in pietra da ogni lato, fatta eccezione per un arco d'ingresso al tunnel di Ezechia scoperto solo nel XIX secolo) è di piccole dimensioni e  si trova vicino ad una piccola moschea che in parte vi è stata costruita sopra.
Le pagine del Nuovo Testamento fanno pensare che la piscina fosse usata come mikvah cioè il luogo ebraico del bagno rituale.
Pertanto la presenza di Gesù sarebbe stata dettata dalla necessità di lavarsi prima di entrare nel tempio di Gerusalemme







 

domenica 16 marzo 2014

Il complesso di San Cosimato lungo la Via Benedicti.


Ci troviamo nella valle dell'Aniene sulla via Benedicti.
E' un intenerario che si snoda tra borghi immersi in una stupenda natura e che collega 15 abbazie benedettine tra Umbria, Lazio e Molise.
Tra queste il convento  di San Cosimato e le chiesi rupestri a Vicovaro, ilm Santuario della Mentorella a Guadagnolo,  i monasteri di Santa Scolastica e San Benedetto a Subiaco, la chiesa di San Pietro ad Affile.
Ci soffermiamo sul complesso archeologico d San Cosimato che si trova ad 1 chilometro dall'uscita Vicovaro-Mandela  dell'autostrada Roma l'Aquila,
Si trova  ,proprio su uno sperone roccioso a picco sull'Aniene nel contesto natutalistico del parco Regionale dei Monti Lucretili, meta preferita dei visitatori del Grand Tour.( nel riquadro il dipinto di Joseph Wright del 1786 prso dalla rete internet).
Interessante è la visita non dolo della chiesa, ma anche delle chiese rupestri e dei resti  degli antichi acquedotti romani Marcio e Claudio.
San Benedetto, secondo quanto si tramandi, ebbe la sua prima esperienza monastica prima di ritornare a Subiaco e fondare  l'Ordine dei Benedettini, proprio a San Cosimato.
Nel refettorio scavato nella roccia sarebbe avvenuto in tentato avvelenamento  di San Benedetto elettovi abate.
Nel VI secolo la comunità monastica eresse tra i ruderi romani , una chiesa ed un monastero dedicati ai SS medici Cosma e Damiano ( San Cosimato)
Il monastero sarà devastato da Totila nel 545, poi da Autari nel 589 e poi distrutto  dai Saraceni (sec IX) che proprio nella piana antistante il monastero  furono battuti  ne916  dalle truppe di San Giovanni X e dei suoi alleati.
In seguito passò ai cistercensi  sino al 1407.
In seguito l'intero complesso  soppresso nel 1656 rimase abbandonato fino al 1668 quando passò ai Francescani riformati dei ritiri o Recollettati.
La chiesa, recentemente restaurata, presenta all'esterno un portico rinascimentale (sec X V-XVI) con ed un dipinto di San Leonardo lunette affrescate dal Rosati (1670) e al suo interno più cappelle decorate.
Dal piazzale antistante la chiesa, si raggiunge il primo gruppo di grotte, tra cui quella dell'ex oratorio di San Michele che, secondo la tradizione, fu il famoso refettorio  della comunità sarabaita ( gruppi di monaci  che vivevano in comunità senza alcuna regola) ed in cui fu custodita per secoli la pietra macchiata dal vino avvelenato propinato a San Benedetto.
 
 
    
       















 

domenica 9 marzo 2014

Rieti meta importante dei viaggiatori del Gran Tour

L'Italia è stata immortalata dai viaggiatori del Gran Tour come Goethe e Stendhal.
Lear è un altro grande viaggiatore che fece tappa nella Sabina ed in particolare a Rieti, Città duccale ed Antrodoco.
Da abile paesaggista lasciò suggestivi scenari in pittoresche cartoline  inviate ad amici all'estero-
Sono mirabilmente disegnati paesaggi, ma anche immagini di vita quotidianam viuzze prulicanti di pesone.
Ebbene Rieti è un tema centrale del suo bagaglio artistico.
Egli ne rimase estasiato durante il suo soggiorno.
Sulle orme di Lear diamo uno sguardo alla Rieti di oggi. Rimane bellissima e piena di fascino.
La sua cona è stupenda e delimitata dai Santuari francescani di Fonte Colombo, la Foresta, Greggio e Poggio Bustone, in modo da formare un ideale segno di croce.
Rieti è bagnata dal Velino che attraversa tutta la piana reatina e forma la cascata delle Marmore in provincia di Terni. 
Molto vi è da vedere, vi è solo l'imbarazzo della scelta.
Merita anzitutto di essere scoperta la Rieti sotterranea che custodisce un viadotto costruito dai Romani nel III secolo a.C. per eialzare la via Salaria, l'antica via del sale e preservarla dagli allagamenti dovuti alle piene del fiume.
Un vero vanto per la città è il teatro comunale di Tito Flavio Vespasiano: è uno dei più belli d'Italia soprattutto per l'eccellente acustica.
L'edificio iniziato nel 1854 fu inaugurato nel 1893. L'intera cupola è occupata da il trionfo di Vespasiano s di Tito dopo la presa di Gerualemme dipinto da Giulio Rollan nel 1901.
Assume interesse è la cattedrale di Rieti dedicata all'Assunta. Fu costruita a partire dal 1109 per volere del vescovo Benincasa, sul luogo dell'antica basilica di Santa Maria (VI secolo).
La facciata della chiesa consacrata da Papa Onorio III fu restaurata in stile romanico nel 1941


 

sabato 1 marzo 2014

Frate Jacopa e la sua tomba nella basilica inferiore d'Assisi.


Ogni volta che si va ad Assisi, si è presi sempre da serenità e letizia. quando si ammirano gli stupendi affreschi giotteschi della Basilica inferiore.
Sono  tra l'altro puntuali nella narrazione della vita di San Francesco.
Ad esempio è opinione comune che Chiara fosse l'unico fulgido esempio femminile della storia di SanFrancesco.Non è così.
Un vero punto di riferimento è Jacopa de' Normanni vissuta a Roma nel rione Trastevere e data giovanissima in moglie a Graziano Frangipane de' Settesoli, grande proprietario romano
Ella divenne vedova nel 1217 e conobbe San Francesco nel 1210 quando il Santo venne a Roma e lo aiutò a trovare alloggio presso i Benedettini di Ripa Grande ed ottenere iudienza dal pontefice Innocenzo III
San Francesco, su ispirazione di Jacopa fondò l'ordine dei Fratelli e Sorelle della Penitenza o Terzo Ordine dedicato ai laici.
Secondo la tradizione , quando Francesco era in punto di morte dettò una lettera da inviare a Jacopa perchè voleva rivederla prima di morire e le chiese di portargli il suo velo nuziale ed i mostaccioli dolce tipico romano.
Jacopa arrivò ad Assisi prima che la lettera le fosse recapitata portandole ciò che Francesco aveva richiesto.
Si riporta Frate Jacopa nel dipinto di Simone Martini e l'immagine della tomba di Jacopa nella basilica inferiore di Assisi.