Nel parlare di chiese ed abbazie che più ci rimangono nella memoria per la
loro straordinaria bellezza, più volte ci siamo soffermati nella visita di
chiostri di altrettanta straordinaria bellezza.
Infatti quando si visita uno dei tanti conventi, appartenenti
soprattutto agli ordini che si ispirano alla regola di San Benedetto si è
attratti dal chiostro quasi sempre parte costitutiva di un comvento o di una
abbazia.
Si tratta di un’architettura medievale, consistente in un’area centrale
scoperta circondata da corridoi coperti, da cui si accede ai principali locali
conventuali. I primi esempi di chiostri si trovano in edifici usati da monaci
benedettini o loro derivazioni ed in particolare dai monaci cistercensi che
sono una derivazione della famiglia benedettina.
Attorno al chiostro si dispongono tutti gli altri elementi costitutivi del
convento come la chiesa e la sala capitolare
Il chiostro, come elemento architettonico, non espressamente menzionato
dalla regola benedettina, è ben descritto invece dalla regola cistercense che a
tale proposito afferma:
“Possibilmente il monastero deve essere costruito in modo da potervi
trovare quanto è necessario, cioè, l’acqua, un mulino, un orto e reparti per le
varie attività, così che i monaci non debbano girovagare fuori: ciò infatti non
reca alcun vantaggio alle loro anime”.
Il chiostro il cui termine deriva da claustrum, cioè serratura, termine
latino usato per indicare la separazione dei monaci dal secolo, e,
estensivamente, monastero è caratterizzato da uno spazio a cielo aperto,
generalmente quadrato o rettangolare, circondato su più lati da corridoi
coperti, che si aprono sullo spazio centrale con una serie di arcate.
Nonostante le
analogie in pianta il tipo architettonico del chiostro si differenza nettamente
da quello del quadriportico, molto diffuso nell'architettura cristiana e
paleocristiana.
Riportiamo nell'illustrazione il chiostro dell'abbazia di San Fruttuoso di cui parleremo in un altro articolo.
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