mercoledì 11 gennaio 2012

La casina vanvitelliana del Lago Fusaro.




Il Settecento è un’epoca d’oro per Napoli e l’intero Regno delle du Sicilie.
Non privo di visioni illuministiche in cui rifulsero personalità come Bernardo Tanucci e Gaetano Filangieri, il Settecento vide il fiorire di ville, monumenti e palazzi di eccelso livello artistico.
I Borbone del Settecento acquistavano tutto ciò che potesse diventare luogo di caccia e di pesca. Portici, meta indiscussa per i viaggiatori ed intellettuali di tutta Europa come Venafro, la Reggia di Caserta, la vicina San Leucio e Persano.
Tra i siti borbonici un edificio di ineguagliabile bellezza è rappresentato dalla Casina Vanvitelliana:un suggestivo casino di caccia ubicato su un'isoletta del Lago Fusaro, nel comune di Bacoli.
La zona del Fusaro a partire dal 1752,all'epoca scarsamente abitata, divenne la riserva di caccia e pesca dei Borbone, che affidarono a Luigi Vanvitelli le prime opere per la trasformazione del luogo. Salito al trono Ferdinando IV gli interventi furono completati da Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, che nel 1782 realizzò il Casino Reale di Caccia sul lago, a breve distanza dalla riva. L'edificio, di gusto neoclassico, è a pianta centrale, collocato su di una piattaforma che si sviluppa circolarmente. Si struttura su due livelli mediante corpi di fabbrica sporgenti e terrazzati: il primo livello, a forma di dodecagono, è più ampio perchè dotato di due ambulacri a nord e a sud, ai lati delle arcate frontali. 
le. Le decorazioni in stucco sulle facciate appaiono eleganti, con pochi risalti e prive di forme particolarmente ridondanti

Questo edificio, noto come Casina Vanvitelliana, fu adibito alla residenza degli ospiti illustri, 
Vi furono ospitati personaggi come Francesco II del Sacro Romano Impero, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini.
L’interno,ricco di raffinate produzioni settecentesche ed ampie vetrate,ricorda per alcuni aspetti la Palazzina di caccia di Stupinigi, progettata alcuni anni prima da Filippo Juvarra . 
Il Real Sito del Fusaro ebbe estimatori da ogni parte e appassionò i pittori di tutte le provenienze: lo si ritrova nei disegni e acquerelli di Vervloet, Vianelli, Giacinto e Achille Gigante, Fergola e in altri, innumerevoli opere grafiche. e nella celebre della "caccua alle folaghe sul lago Fusaro di Hackert". 
Lo si ritrova anche in quel singolare e unico supporto di vedutismo che è il "Servizio dell' Oca" della Real Fabbrica della Porcellana, che mostra sulle facce concave di quei primi oggetti di design molto alla moda, il Lago d' Averno, l' Anfiteatro di Pozzuoli, il Tempio di Diana a Baia, il Ponte di Caligola e il Fusaro stesso.

Nessun commento:

Posta un commento