Quando si parla di Roma ovviamente il
pensiero va alla sua storia ed alla sua arte.
Roma tuttavia è anche
un’enciclopedia di curiosità che trova riscontri in documenti antichi ed anche
nei libri dei grandi viaggiatori tra cui eccellono Goethe e Stendhal nonchè
moltissimi pittori di storie romane.
Una branca importante da cui si possono
trarre preziose informazioni sulla Roma di "tutti i giorni" nel corso dei secoli
è proprio la toponomastica in cui vi è in sostanza “il razionale” dei nomi
assegnati alle varie strade.
Gli esempi curiosi, meritevoli di nota sono
tanti:basti pensare a Piazza delle Coppelle il cui nome trae dal mestiere
prevalentemente esercitato nella zona.
Qui infatti erano insediati i
"cuppellari", fabbricanti di "cuppelle", i piccoli barili che servivano per il
trasporto del vino.
Roma riconoscente intitolò alla categoria una chiesa,
Santa Maria in Cappella, dove "Cappella" richiama l’antico nome di
"cuppella"
Altro esempio significativo è dato dalla via dell’Arco della
Ciambella la cui storia è molto articolata. Sembra infatti che tutto derivi da
un ritrovamento di una corona imperiale fatto durante gli scavi delle terme di
Agrippa al Pantheon voluti dal cardinale della Valle.
La corona apparve
somigliante a certe ciambelle che all’epoca si mangiavano a Roma. L’oste di
un’osteria lì accanto, cavalcò l’onda dell’entusiasmo per il ritrovamento e
intitolò il locale “all’Arco della Ciambella “. A oggi il nome è l’unico
sopravvissuto: la locanda è scomparsa e i resti delle terme furono
demoliti
Ancora più intressante è la toponomastica di via due
Macelli.
Questa via copre un tratto dell'antica via Paolina, così chiamata
perché costruita per volontà di Paolo III Farnese (1534-1549). In seguito mutò
il toponimo in via dei Due Macelli a causa di due spacci di carne (uno dei quali
appartenente al duca Mattei) che qui erano situati, dove la carne veniva
macellata e venduta finché Leone XII fece costruire, nel 1825, il mattatoio
fuori di Porta del Popolo
Nella Via Due Macelli, si scoprirono nel 1889
levestigia d'una piccola chiesa od oratorio cristiano. Forse quella di
S.Ippolito che rientra nel novero delle tante chiese scomparse di Roma
Gran
parte della vita culturale ed artistica di Roma ha trovato sede nei palazzi che
delimitano la strada.
Ancora oggi assume rilievo il teatro Margherita che fu
uno dei primi café chantant italiani ispirato ai corrispondenti locali
francesi.
Vi approdarono comici e prime donne nostrane, bellissime cantanti e
ballerine: Lina Cavalieri, Amalia Faraone, Anna Fougez e tante altre. Gli
artisti non furono da meno: Ettore Petrolini, Renato Cantalamessa, Raffaele
Viviani, Trilussa e Gennaro Pasquariello.
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