E’
tempo di Natale e perciò sembra giusto parlare del presepe, di cui è
tradizione datarne la nascita all’anno 1223 quando San Francesco,
trovandosi a Greccio, sulle colline del reatino si fece portare una
mangiatoia piena di fieno,un asino ed un bue. Suonarono a festa le
campane,accorse la gente del villaggio e San Francesco spiegò il
Vangelo.
Si
narra che in quella circostanza nella notte gelida ed incantata la
gente ebbe la visione di un miracolo: Gesù bambino in braccio a San
Francesco.
Questa
è l’inizio della tradizione del presepe(praesepium): un intreccio di
storia ed arte che culmina certamente nel presepe napoletano.
Le
opere presepiali napoletane sono un trionfo di luci, un’esplosione di
colori, una straordinaria manifestazione di costume,e di artigianato che
si avvicina all’arte.
Il presepio è affollato di personaggi ed animato da scenette popolari autentica espressione del popolo napoletano.
Quando
si ammirano queste stupende opere d’arte come ad esempio il famoso
presepio Cuciniello che si trova a Napoli nel museo San Martino, si fa
fatica a scorgere la rappresentazione della natività che si perde nel
groviglio animato e pittoresco della vita popolare.
E’
proprio questa la caratteristica del presepe napoletano del settecento
popolato da tanti personggi popolari : le donne al mercato, le
tessitrici, gli acquaioli, i pescivendoli i contadini ed artigiani di
ogni genere.; persone sane e persone con difetti marcati come la gobba
in napoletano tradotta in “scartiello”
Non mancano naturalmente i Re Magi che sono sempre realizzati con costumi esotici, variopinti ed orientaleggianti.
Insomma
il presepe napoletano è considerato a ragione un vero capitolo della
storia dell’arte in cui si distinguono artisti come Sammartino e
Celebrano.
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