venerdì 18 novembre 2011

La chiesa di Santa Passera o meglio di Sant'Abbaciro a Roma.

 

Le chiese di Roma sono,come è noto, moltissime ed abbracciano un arco di più secoli dal Cristianesimo al romanico e al barocco.
Se si vuole approfondire la tematica, basta ad esempio dare uno sguardo non distratto al celebre volume di Mariano Armellini in cui si descrivono dettagliamente le chiese di Roma già alla fine del’800 in termini storici ed artistici.
Tra queste è annoverata la chiesa di Santa Passera che si trova sulla via Portuense nei pressi della Magliana.
Secondo la tradizione, fu costruita nel luogo in cui, agli inizi del Vsecolo, i resti di due santi alessandrini, Ciro e Giovanni, furono sbarcati a Roma per essere trasferiti nella città.
Dal secolo XI in poi appartenne al monastero di Santa Maria in Via Lata, e, nei documenti dell'XI e XII secolo è chiamata Sancti Abbacyri oppure Sancti Cyri et Iohannis, in ricordo dei due santi per i quali fu costruita la chiesa. Negli abnni successivi scomparve il nome di Giovanni e rimase soltanto quello di Abbaciro che attraverso varie corruzioni di parole da Abbaciro divenne Appaciro Appacero Pacero Pacera ed infine Passera.
Questa è la spiegazione comunemente accettata, anche se l’archeologo ottocentesco Mariano Armellini avanza anche la possibilità che Santa Passera sia una deformazione del nome di Santa Prassede. L’ipotesi è considerata fondata dagli studiosi successivi,in considerazione anche della fitta presenza della santa tra gli affreschi.
L’edificio sorge su un sepolcro romano nella cui cella ipogea si conservano pitture funerarie degli inizi del III secolo. Ed è composto di tre piani sovrapposti: la chiesa attuale del XIV secolo , la cripta riconducibile ad un oratorio del V secolo ed a un livello più basso un ambiente ipogeo identificato come un'antica tomba d'epoca romana.
La chiesa superiore , che è a pianta rettangolare ad un'unica navata, con abside e soffitto ligneo, conserva resti di affreschi sulle pareti e nell'abside, databili al medioevo. Dalla sacrestia si scende nella chiesa inferiore, anch'essa decorata con affreschi ormai quasi totalmente scomparsi: è possibile ancora scorgere cinque figure, di cui tre vescovi.
Sulla porta d'ingresso della cripta si leggono, come è citato nella letteratura dedicata e nel testo di Armellini questi due versi: Corpora Sancti Cyri renitent hic atque Joannis / Quae quondam Romae dedit Alexandria Magna ("Qui risplendono i santi corpi di Ciro e Giovanni che un giorno la grande Alessandria dette a Roma").

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