venerdì 4 novembre 2011

L'antica abbazia di Pomposa.




Le abbazie benedettine hanno avuto un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura in Europa.
Grande è stato il loro impulso alla crescita europea , grazie all’opera feconda dei monaci amanuensi la cui funzione fu cardinale prima dell’avvento della Stampa ,
In tale contesto una vera culla di cultura l’abbazia di Pomposa situata nel comune di Codigoro in provincia di Ferrara.

Notizie su Pomposa risalgono già partire dal IX secolo, ma probabilmente l'insediamento era anteriore di due o tre secoli, fondato in epoca longobarda dai monaci di San Colombano.
L'abbazia venne consacrata nel 1026 (quindi edificata prima) dall'abate Guido. Alla basilica il magister Mazulo aggiunse un nartece con tre grandi arcate. Agli inizi del XIV sec. Pomposa aveva giurisdizione su 49 chiese sparse nell'Italia centro - settentrionale. Con l'avvento di San Guido degli Strambiati ad abate di Pomposa (1008-1046) inizia il periodo più fecondo dell'abbazia benedettina, che sarà visitata in seguito da personaggi importanti, come ad esempio San Pier Damiani e Dante Alighieri.
Nello stesso periodo, fu monaco Guido d'Arezzo al quale si deve "l'invenzione" delle note musicali
Fino al XIV secolo, l'abbazia godette di proprietà sparse in tutta Italia grazie alle donazioni, poi ebbe un lento declino dovuto a fattori geografici e ambientali quali la malaria e l'impaludamento della zona.
La basilica di tipo ravennate è del VII-IX secolo e venne successivamente allungata e venne aggiunto l'atrio ornato di fregi in cotto, oculi e scodelle maiolicate. All'interno della chiesa a tre navate, sulle pareti affreschi trecenteschi di scuola bolognese e nell'abside affreschi di Vitale da Bologna.
Altissimo rispetto al resto dell'edificato (48 metri), il campanile è del 1063 in forme lombarde e ricorda quello, di circa 75 metri, dell'Abbazia di San Mercuriale nella non lontana Forlì.
. Procedendo dalla base verso la sommità del campanile le finestre aumentano di numero e diventano più ampie seguendo una tendenza classica di quel periodo, che serviva ad alleggerire il peso della torre e a propagare meglio il suono delle campane
Non meno interessante sono la sala capitolare ornata di affreschi degli inizi del Trecento di un diretto scolaro di Giotto eil refettorio che ha sulla parete di fondo il più prezioso ciclo di affreschi dell'abbazia attribuito a un maestro riminese forse il Maestro di Tolentino.

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