L'itinerario dei santuari
francescani è ricco di pittoreschi e caratteristici conventi disseminati in
Umbria, Toscana e Sabina ove si può percorrere in particolare la valle santa di
Rieti che annovera tra i più noti Poggio Bustone, Fontecolombo, Greccio e la
Foresta.
Poco o comunque non molto
si dice su un luogo minore e cioè l’eremo di Sant’Urbano molto rappresentativo
della spiritualità del poverello d’Assisi.
E’ veramente un luogo come
lo intendeva S. Francesco, lontano dai rumori delle vie di transito, immerso
nella natura ridente e serena Il Santo vi si ritirava volentieri in silenzio ed
in preghiera, meditando a lungo la Passione del Signore.
L’eremo è situato a 560
metri sul livello del mare, incuneato tra le rocce e gli aceri del monte
Bandita
Vi si accede da Terni o da
Narni per S. Urbano per non più di 14 Km.
Sei accolto dal saluto di
S. Francesco: “Il Signore ti dia pace”
Si narra che Francesco sia
arrivato in questo luogo di pace nel 1213, venendo da Narni a piedi. Con pochi
dei suoi compagni.
Tommaso da Celano nel
Trattato dei miracoli[ narra alcuni eventi miracolosi che accaddero in questi
luoghi. “Durante la sua malattia, Francesco chiese del vino, ma poiché non ve ne
era, gli fu portata dell'acqua. Egli la benedisse con un segno di croce, e
l'acqua acquistò il sapore del vino; dopo averla bevuta, guarì dalla malattia.
In seguito, ancora convalescente, si appoggiava ad un bastone; lasciando lo
speco, volgendo un ultimo sguardo al bosco, piantò nella terra il bastone: il
legno germogliò e diede vita ad un grande albero di castagno, che la tradizione
identifica con quello ancora esistente nel prato antistante la cella del
Santo”
Si entra al santuario
percorrendo una strada pedonale denominata Viale del perdono; all' ingresso si
trova la piccola chiesa, edificata tra il 1585 e i primi anni del Seicento.
Costituita da un solo ambiente, presenta un crocifisso ligneo cinquecentesco e
un tabernacolo del Seicento.
Accanto si apre il
chiostro[, risalente al Quattrocento, da cui si accede alla Cappella di San
Silvestro. L'oratorio, edificato dai Benedettini intorno all'anno 1000, presenta
nell'abside un affresco del Trecento, con il Crocifisso e la Madonna, San
Giovanni Evangelista san Francesco e san Silvestro. Altri affreschi raffigurano
Santa Chiara,San Girolamo e Santa Caterina d’Alessandria sempre nell'abside, vi
è l'antico pozzo da cui, secondo la tradizione, fu attinta l'acqua che san
Francesco tramutò in vino.
Dal chiostro si entra anche
nel quattrocentesco Refettorio di San Bernardino, dove si conservano le antiche
tavole e un lavello in pietra.
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