lunedì 17 ottobre 2011

Gibilterra e la comunità genovese

Quando dalla Spagna si va a Gibilterra, si ha la netta sensazione di entrare in una città in cui è ormai radicata completamente la civiltà inglese, come testimoniano ampiamente le strade, la circolazione del traffico con il senso di marcia a sinistra, le cabine telefoniche.
Gibilterra a cui si riferisce Platone come una delle colonne d'Ercole è in una posizione altamente strategica, a spartiacque tra  l’Africa e l’Europa.

Nasce Fenicia.
Si sa infatti che i Fenici sbarcarono presso la rocca verso il 950 a.C e la chiamarono Calpe, così come fu certamente visitata dai cartaginesi che tuttavia non vi stabilirono alcuna colonia permanente.
Non si hanno tracce di vestigia romane a Gibilterra, anche se essa fu sicuramente visitata dai romani..
Dopo la conquista della Spagna da parte degli arabi, fu eretta in Gibilterra da questi una fortezza Nel 1309 Gibilterra viene strappata occupata dagli arabi e dai berberi maomettani. Il territorio venne infine ceduto alla Gran Bretagna dalla Spagna con il trattato di Utrecht nel 1713, come parte degli accordi a conclusione della guerra di successione spagnola.
In quel trattato, la Spagna cedeva alla Gran Bretagna la piena e intera proprietà della città e del castello di Gibilterra, unitamente al porto, alle mura, e ai forti circostanti.
In un referendum del 1967, i cittadini di Gibilterra ignorarono le pressioni spagnole e votarono, con maggioranza schiacciante, a favore del mantenimento di dipendenza britannica. Ciò venne enfatizzato nel novembre 2002, quando oltre il 98% dei votanti rigettò la proposta di condivisione della sovranità tra Regno Unito e Spagna
La difesa di Gibilterra è di responsabilità del Regno Unito.
Questa è la storia in pillole dei Gibilterra ove vivono le uniche scimmie che secondo la credenza popolare finché saranno presenti ne territorio sarebbe assicurato il possesso da parte del Regno Unito.
Gibilterra, proprio per la collocazione tra il continente africano e quello europeo è un coacervo di gente diversa Sono presenti oggi anchei gli immigrati indiani e marocchini, venuti a coprire le mansioni lavorative ormai snobbate dai gibilterrani più agiati. Oggi le Colonne d’Ercole sono più che mai un punto di delicato contatto tra nord e sud del mondo, al pari del canale di Sicilia. Attraverso questo stretto braccio di mare passa il traffico di migliaia di clandestini che ogni anno cercano di entrare in Europa.
Molto evidenti sono le tracce di una comunità genovese che si insediò a Gibilterra nel XVI e che ancora ai primi del Settecento componeva quasi la metà della popolazione.
Questi genovesi si dedicarono ad attività commerciali, ma vi era anche un gruppo che abitava a La Caleta, dove era la maggioranza della popolazione, e che praticava attività di pesca d'alto mare.
Nel censimento del 1753 i genovesi erano il gruppo più grande della popolazione civile di Gibilterra e fino al 1830 l' italiano fu usato (assieme all'inglese e spagnolo) nei manifesti ufficiali della colonia inglese[7]
Il dialetto genovese era parlato da alcuni vecchi fino al primo decennio del secolo scorso a La Caleta, un villaggio vicino a "Catalan Bay" nella parte nord-orientale del promontorio di Gibilterra.
In particolare il dialetto locale di Gibilterra, detto "Llanito", ha anche molte influenze dal ligure e secondo molti studiosi probabilmente deriva dal nome "Gianni" (da cui: piccolo Gianni o "iannito") comune tra i liguri di Gibilterra.

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