Un palazzo- dunque fortezza costruito sulla via Severiana, non lontano dal mare e dallo stagno marino (salina), ottimo per praticare escursioni a piedi e a cavallo e per la caccia ( cinghiali cervi e capre) e la pesca.
Lo aveva voluto, nel XVII secolo, il cardinal Giulio Sacchetti (1587-1663) , in quella Massa Fusana, che era suo feudo, con evidenti intenti difensivi, dato che all’epoca il litorale risultava ancora esposto alle incursioni piratesche. E lo aveva vestito per mano di Pietro della Cortona con un rude abbigliamento esterno ed un cuore elegante all’interno.
L’artista toscano si era cimentato con rara perizia (1621-27) nel disporre le sale al pianterreno con temi religiosi ( Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, Lavoro dei Progenitori, l’Eterno e Abele, Ebrezza di Noè, Sacrificio di Caino e Abele) e, mitologici (Officina di Vulcano, l’Allegoria di Roma, Carri del Sole e della Luna, Trionfo di Cerere e di Bacco), nel piano superiore. aveva costruito le sue narrazioni barocche intessendo le volte di un trionfo scintillante di figure e colore, compensando in tal modo le aspirazioni celebrative del suo raffinato committente e quelle dei loro amici Barberini.
Nel riquadro Villa Chigi tratta da Res antiquae.
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