In territorio senese su una collina si erge
maestosa l’abbazia di Monteoliveto,che rappresenta il polo dell’ordine
olivetano, che iniziato nel 1320, fu approvato con bolla pontificia nel
1344.
Il fondatore di questo ordine fu Bernardo
Tolomei a cui si deve anche l’inizio della costruzione di questa abbazia che si
trova in una zona isolata, tra boschi con terreni coltivati a vigneti ed
ulivi.
Il
complesso del monastero non si distingue tuttavia per la sua chiesa ma
soprattutto per i suoi tre chiostri. Tra questi il più importante è quello
maggiore sulle cui pareti sono visibili stupendi affreschi di Luca Signorelli e
del Sodoma che narrano la vita di San Benedetto.
Luca Signorelli che, nel 1497, dipinse tutta la
parete d’ingresso e a Giovanni Antonio Bazzi detto "il Sodoma" che completò le
altre tre pareti nel brevissimo tempo di tre anni a partire dal 1505: anno in
cui al Signorelli fu commissionato di dipingere il Duomo di Orvieto.
Due artisti completamente diversi nel carattere
e nelle opere; il Signorelli, dal carattere pacato, distaccato come i grandi
pittori dell’epoca; eccentrico, lunatico, vendicativo e dispettoso il Sodoma;
diversità queste che si confrontano negli affreschi dell’Abbazia di Monteoliveto
dove l’impronta di austerità del Signorelli quasi è di contrasto con la vitalità
e la vivacità che Sodoma seppe imprimere alla sua pittura.
Nell’ammirare gli affreschi che narrano la
storia di S. Benedetto che da giovane parte, a cavallo, da Norcia alla volta di
Roma, si rimane colpiti dalla personalità del Sodoma, un personaggio non molto
facile, abbastanza eccentrico che si dipinge sempre in primo piano mettendo
addirittura S. Benedetto di lato; un personaggio speciale, ma anche divertente
tanto da dipingere qua e là dei particolari curiosi frutto di certe litigate tra
lui e l’Abate che gli aveva commissionato il lavoro.
Per esempio in un affresco il Sodoma ha dipinto
un cavallo senza le zampe anteriori; è questo uno dei primi dispetti che
l’insigne pittore decise di fare all’Abate per divergenza di opinioni; poi
fecero la pace ma, intanto, il dispetto rimase immortalato; proseguendo
nell’ammirare gli affreschi se ne incontrano altri a testimonianza di scontri
più o meno rilevanti tra i due.
Negli affreschi che esaltano la vita e i
miracoli di S. Benedetto emerge molto spesso la tentazione che mette a dura
prova sia la tenacia del Santo sia degli altri personaggi raffigurati come ad
esempio nel dipinto in cui S. Benedetto prende l’abito religioso e lo si vede –
da eremita – davanti alla grotta dove abiterà solitario in preghiera.
Altri ambienti conservano la suggestiva
presenza dell’arte nei secoli passati: in particolare il refettorio e la
biblioteca a tre navate edificata su disegno da Giovanni da Verona.
NB
Il primo dall'alto è del Sodoma, mentre il secondo è di Luca Signorelli.
NB
Il primo dall'alto è del Sodoma, mentre il secondo è di Luca Signorelli.
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