mercoledì 30 dicembre 2015

Le bocche di Cattaro stupende ed ineguagliabili per il loro fascino.



Di origine medioevale,Kotor ( Cattaro) è la città più importante oltre che capoluogo politico e amministrativo delle Bocche di Cattaro. Risan, capoluogo della regione in tempi antichi, è una affascinante cittadina che ha conservato i resti di antichi edifici, iscrizioni e mosaici. Questa città possiede quasi il 70% del patrimonio artistico dell’intero Montenegro e, per questo motivo, è un sito sotto la protezione dell'Unesco. 
In quest’area vi è la prova della ricca eredità storica accumulata nella città di Kotor e negli altri insediamenti urbani: i contributi di diverse civiltà sono stati fusi e rielaborati, arricchiti dagli elementi della cultura locale e armoniosamente incorporati nel paesaggio naturale.
Siamo in Montenegro!
Molto suggestive sono le bocche di Cattaro che rappresentano una delle meraviglie naturali dell’area Mediterranea:la bellezza del paesaggio,la ricchezza biologica e la forte eredità storica e antropologica si coniugano in modo mirabile. La regione è circondata da alte montagne che raggiungono i 1895 m del Monte Orjen
le Bocche di Cattaro rappresentano un esempio eccezionale, forse unico al mondo che ha affascinato scrittori famosi come Margherite Yourcenar, George Bernard Shaw e Lord Byron.
 Artisti di tutto il mondo le hanno attribuito appellativi come “La sposa del Mare Adriatico”, “La fata del Mare”, “Il golfo più bello del mondo”, “La bella bocca del Mediterraneo”. 
Nessuno però è in grado di descrivere la struggente bellezza che si presenta al visitatore, che fece scrivere al poeta Ljuba Nenadovic: "Mi sembra strano che il sole possa tramontare su tale bellezza."
Le Bocche di Cattaro penetrano per 28 Km la costa e costituiscono una simbiosi armonica tra vari ambienti naturali e un ricco patrimonio artistico rappresentando il più grande fiordo del Mediterraneo ed anche il più bello. Circondata dai pendii dei monti Lovćen e Vrmac e dal Parco Nazionale di Lovèen e Orjen, l’area comprende 12000 ettari, di cui 2600 ricoperti dalle acque del mare. 
Grande è la varietà climatica: si passa dal clima Mediterraneo a quello sub-alpino. 
Ovviamente questa varietà climatica induce una spettacolare varietà di ecosistemi, caratterizzati da numerose varietà di alberi e piante: l’alloro, tipica pianta mediterranea, gli oleandri vicino alla città di Risan e i pini nell’area nordoccidentale.
La specie endemica più rappresentativa è una lumaca (Clausilia catharensis) che vive solo sugli antichi muri della città di Kottor. Il fiordo rappresenta l’area più ricca di vita di tutto il mare Adriatico, caratterizzata anche da specie rare ed endemiche. 
Di origine medioevale,Kotor ( Cattaro)è la città più importante oltre che capoluogo politico e amministrativo delle Bocche di Cattaro.
 Risan,capoluogo della regione in tempi antichi, è una affascinante cittadina che ha conservato i resti di antichi edifici, iscrizioni e mosaici. Questa città possiede quasi il 70% del patrimonio artistico dell’intero Montenegro e, per questo motivo, è un sito sotto la protezione dell’UNESCO.













martedì 29 dicembre 2015

Sebenico e la cattedrale di San Giacomo.

Una delle città più attraenti della Croazia è la città dalmata di Sebenico.
Fu dominio ungherese fino al 1322 e temporaneamente parte della Repubblica di Venezia fino al 1357. per poi ritornare al Regno d'Ungheria.
Entrò di nuovo nella Serenissima nel 1412 e vi rimase fino al 1797.ed a seguito del trattato di Campoformio fece parte dell'impero austriaco e vi rimase , salvo un'interruzione dovuta alla dominazione francese. fino alla fine della proma guerra mondiale., quando passò al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni.
Divenne quibdi iugoslava e poi croata dal 1991, salvo un breve periodo italiano dal 1941 al 1943.
 Di particolare interesse è la Cattedrale di San Giacomo, iniziata nel 1431 su un edificio preesistente ed affidata a Giorgio Orsini.Fu terminata nel 1536 da Niccolò Fiorentini
Attorno alla cattedrale, esternamente alle absidi, corre un fregio scolpito con teste raffiguranti 71 abitanti della città, all'epoca della costruzione della chiesa.
 All'interno  si nota una fonte battesimale sorretta da tre angeli disegnati dall'Orsini e realizzati da Andrea Alessi.
Dal 2000 la cattedrale di San Giacomo è stata inclusa nella lista  dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco.
Nella piazza della Cattedrale sorge la statua dedicata a Giorgio Orsini del grande scultore moderno Ivan mestrovic
Prima della seconda guerra mondiale vi si trovava la statua eretta in onore dello scrittore sebenicense Niccolà Tommaseo, purtroppo abbattuta in quanto segno di italianità.
A lato della cattedrale si trova la Loggia grande, sede del consiglio comunale in epoca veneziana.









lunedì 28 dicembre 2015

San Maurizio: la Cappella Sistina di Milano.



Ecco uno dei tesori più belli di Milano.
San Maurizio al Monastero Maggiore sembra una chiesa qualunque. Appena varcata la soglia, ci si rende conto invece che è uno dei tesori più belli di Milano. 
Intanto, San Maurizio è molto particolare nella sua struttura, che colpisce per la sua originalità.
Era infatti la chiesa dell’ex Monastero Maggiore, il più vasto e antico cenobio femminile di Milano: 
Fu costruita nel 1503 non solo per la cittadinanza ma anche per le monache di clausura, che però non potevano entrare in contatto con il pubblico. 
La chiesa è divisa in due metà: quella verso la strada - la parte pubblica - è separata da un tramezzo dal cosiddetto Coro delle Monache, riservato alle sole religiose (che sentivano Messa e si comunicavano grazie a una grata posta sul tramezzo stesso).
Stupenda è la decorazione.
Alle pareti e sul soffitto dipinti, stucchi, affreschi  ricoprono ogni spazio, sia nella parte pubblica sia nel Coro delle Monache. 
L'autore è Bernardino Luini, che vi operò con la sua scuola dal 1522 al 1529, ritraendo storie di santi, parabole, episodi della vita di Cristo e biblici. Una straordinaria espressione della pittura rinascimentale lombarda, tanto che il ciclo di affreschi è stato definito da Vittorio Sgarbi “la Cappella Sistina di Milano”.
















domenica 27 dicembre 2015

Pietrapertosa: il borgo più alto della Basilicata-

 Pietrapertosa situata oltre 1000 metri di altezza è nel cuore delle Dolomiti Lucane.  Fa parte insieme a Venosa, Acerenza, Castelmezzano e Guardia Perticara, ddei borghi più belli d'Italia.
Pietrapertosa sorge nel cuore del parco delle Dolomiti Lucane deriva da un foro naturale che si trova in una rupe nei dintorni del paese e che in antichità veniva chiamata "Pietraperciata" ovvero “pietra forata”
La sua fondazione, secondo la tesi più accreditata, sarebbe avvenuta nel VIII secolo a.C.ad opera dei Pelasgi durante il loro passaggio nell’Italia meridionale. 
 Una pesante epidemia di malaria unita all’emigrazione di molti abitanti verso l'america causò lo spopolamento del borgo di Pietrapertosa. che però, grazie alla sua storia, al paesaggio naturale e alla rivalutazione delle antiche tradizioni sta conoscendo un nuovo periodo di crescita turistica e culturale.
Il borgo custodisce edifici storici una certa rilevanza come le numerose chiese tra cui spicca sicuramente quella di San Giacomo Maggiore (Matrice) o Chiesa Madre, edificata nel 1400. 
Il Convento di San Francesco realizzato nel 1474 dove al suo interno è possibile ammirare il dipinto dell’Apparizione del Bambino, il dipinto di S. Antonio da Padova realizzato da Giovanni De Gregorio nel 1631 e numerosi affreschi di Giovanni Luce.
Caratteristico è il quartiere chiamato Arabata a ricordo del fatto che gli Arabi vi abitarono per quasi 50 anni. Qui si scorgono  le piccole case contadine, tutte arroccate sulla roccia che insieme alla piccole stradine e alle numerose scalette formano un vero e proprio labirinto dove si alternano anche stalle e piccoli orti
.La meridiana di Pietrapertosa è un altro piccolo gioiello del borgo.
Un tesoro artistico ed architettonico è il Castello Normanno-Svevo, complesso fortificato risalente al IX secolo, costruito sulla cima della roccia cui si estende la parte alta dell'abitato.


sabato 26 dicembre 2015

Il santuario mariano di Angiona in Basilicata.


Siamo a Tursi in provincia di Matera. Sul sacro colle di Angiona si trova il santuario mariano che domina la vallata sottostante tra i fiumi Agri e Sinni.
La cattedrale è sorta tra l'XI e il XII secolo come un ampliamento di un'antica chiesertta risalente  al VII-VIII secolo, corrispondente all'attuale cappella oratorio. 
A seguito di non ben chiari eventi, la parete nord della cattedrale crollò e andarono perduti gli affreschi che l'adornavano. Nel 1369 la città di Anglona subì un violento attacco e solo la cattedrale, dedicata alla Natività di Maria, venne risparmiata dalle fiamme.
 L'esterno absidale è sicuramente la parte più cromatica e più raffinata dell'intero edificio, si ammirano ornamenti ad intagli, archetti pensili, lesene e un finestrone centrale adornato. Sulle pareti esterne numerose formelle con figure di animali a rilievo, di provenienza ignota, creano un effetto davvero suggestivo.
Il portale in stile romanico è formato da un'arcata a tutto sesto arricchita da intagli e rilievi. Anche sul fronte del portale si trovano formelle di tufo calcareo con bassorilievi che raffigurano i simboli dei quattro evangelisti Marco il leone, Luca il bue, Giovanni l'aquila, Matteo l'angelo. 
A sinistra della facciata spicca il campanile anch'esso romanico di forma quadrangolare, poco slanciato e in cima adornato da quattro bifore..
La chiesa è a croce latina e dispone di tre navate, la centrale larga e molto alta, mentre le due navate esterne, strette e basse. In origine il santuario era ricco di stupendi affreschi che raffiguravano episodi del vecchio e nuovo testamento, sulle colonne sono tuttora presenti figure di Santi
 I recenti restauri stanno riportando alla luce affreschi ormai quasi perduti. Sulla parete destra della navata centrale sono ben visibili scene del vecchio  testamento.
 Oggi sulle pareti si possono ammirare il martirio di San Simone, la torre di Babele, la creazione dell' Eden, l'uccisione diAbele e molte altre scene bibliche.
Sui pilastri sono dipinte le figure di Santa Lucia, San Leonardo, San Vito martire, San Rocco e San Giovanni Battista..
Nel XIII secolo  è stato ampliato l'abside, ad opera di Melchiorre da Montalbano.















 

 

venerdì 25 dicembre 2015

Venezia: Il mercato del pesce di Rialto.



Se si vuole assaporare la vera atmosfera popolare veneziana bisogna assolutamente visitare il Mercato di Rialto, uno dei mercati più antichi di Venezia situato nel cuore del centro storico di Venezia, e si estende tra Campo de la Pescaria ed il bel Campo San Giacometo.
Il mercato di Rialto ospita il tradizionale mecato del pesce e il mercatino di frutta e verdura: è unico nel suo genere perchè cittadini, curiosi, negozianti e turisti si riversano per acquistare o solo curiosare tra le mille voci che animano questo pittoresco mercato veneziano e i mille colori e profumi dei prodotti.
Fanno da contorno oltre alle acque del Canal Grande, anche numerose macellerie e bacari veneziani, in cui soffermarsi per assaggiare un classico cicheto veneziano accompagnato da un buon aperitovo come lo Spritz.
La Loggia che ospita il mercato del pesce di Rialto e' stata costruita nel 1907 in stile neogotico dall’architetto Domenico Rupolo; coloro che vi si recano per comprare il pesce, o solo per dare un occhiata ai banchi variopinti, di solito non prestano particolare attenzione ai capitelli delle colonne che sostengono il perimetro della Pescheria Nuova. Ogni capitello infatti è diverso e scolpito dall’architetto Rupolo su disegno del pittore Cesare Laurenti (il suo nome si legge inciso nel capitello).






Presepio napoletano.





E’ tempo di Natale e perciò sembra giusto parlare del presepe, di cui è tradizione datarne la nascita  all’anno 1223 quando San Francesco, trovandosi a Greccio, sulle colline del reatino si fece portare una mangiatoia piena di fieno,un asino ed un bue. Suonarono a festa  le campane,accorse la gente del villaggio e San Francesco spiegò il Vangelo.
Si narra che in quella circostanza  nella notte gelida ed incantata la gente ebbe la visione di un miracolo:  Gesù  bambino in braccio a San Francesco.
Questa è l’inizio della tradizione del presepe(praesepium): un intreccio di storia ed arte che culmina certamente nel presepe napoletano.
Le opere presepiali napoletane sono un trionfo di luci, un’esplosione di colori, una straordinaria manifestazione di costume,e di artigianato che si avvicina all’arte.
Il presepio è affollato di personaggi ed animato da scenette popolari autentica espressione del popolo napoletano.
Quando si ammirano queste stupende opere d’arte come ad esempio il famoso presepio Cuciniello che si trova a Napoli nel museo San Martino, si fa fatica a scorgere la rappresentazione della natività che si perde nel groviglio animato e pittoresco  della vita popolare.
E’ proprio questa la caratteristica del presepe napoletano del settecento popolato da tanti personggi popolari : le donne al mercato, le tessitrici, gli acquaioli, i pescivendoli  i contadini ed artigiani di ogni genere.; persone sane e persone con difetti marcati come la gobba in napoletano tradotta in “scartiello”
Non mancano naturalmente i Re Magi che sono sempre realizzati con costumi esotici, variopinti ed orientaleggianti.
Insomma il presepe napoletano è considerato a ragione un vero capitolo della storia dell’arte in cui si distinguono artisti come Sammartino e Celebrano.